GIORNATA MONDIALE DELLE ZONE UMIDE: L’IMPEGNO DEI CACCIATORI PER LA LORO CONSERVAZIONE

Il 2 febbraio si celebra la , nel giorno in cui, nel 1971, fu adottata la  nella città iraniana di Ramsar che identifica come tali “paludi acquitrini, torbiere e specchi d’acqua naturali o artificiali, permanenti o temporanei, con acqua stagnante o corrente, dolce, salmastra o salata, incluse quelle fasce marine costiere la cui profondità, in condizioni di bassa marea, non superi i 6 metri”. Lo slogan della Giornata 2022 è “Valorizza, gestisci, restaura, ama le zone umide”. La parola “restaura” è nuova rispetto agli anni passati: il Segretariato della Convenzione di Ramsar ha voluto così sottolineare la necessità di un cambio di passonon basta più gestire l’esistente, bisogna ripristinare queste preziose zone. Per questo il mondo dei cacciatori, quest’anno ancora di più, si presenta come la categoria chiave per “svoltare” verso un mondo più ricco di aree umide e più ricco di biodiversitàTra coloro infatti in prima linea nella conservazione di questi ambienti così importanti dal punto di visto della biodiversità, ci sono proprio i cacciatori. I numeri a riguardo parlano chiaro: prendendo ad esempio come campione di riferimento 4 regioni (Toscana, Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia), come dato decisamente esplicativo abbiamo qualcosa come più di 24.000 ettari di zone umide sotto la giurisdizione dei cacciatori, il che significa ettari ed ettari che vengono gestiti, conservati e in molti casi ripristinati. E sono cifre puramente indicative, che non fotografano la totalità degli interventi che nel resto d’Italia vengono attuati dal mondo venatorio a tutela della biodiversità.


Il mondo venatorio contribuisce in modo insostituibile e infaticabile ad aumentare il numero di habitat come le zone umide. Nella foto: una gru cenerina in sosta in un appostamento di caccia – Foto Giordano Tognarelli


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