L’EMILIA-ROMAGNA VENATORIA CONTRO IL RICORSO LAC

Lo scorso 10 agosto 2023, i presidenti regionali delle Associazioni venatorie dell’Emilia-Romagna – Federcaccia, Italcaccia, Arci Caccia, Associazione Nazionale Libera Caccia, Enalcaccia – hanno sottoscritto un appello congiunto per richiedere un incontro urgente con l’Assessore regionale all’Agricoltura. Motivato dal ricorso della Lega per l’Abolizione della Caccia (LAC) contro il calendario venatorio 2023/2024. “Il calendario venatorio della Regione Emilia-Romagna – si legge nel documento – per la prossima stagione venatoria, perfettamente coerente con la L. 157/92, è stato ancora una volta oggetto di ricorso da parte di un’Associazione animalista integralista, non rispettosa dei diritti dei cacciatori. Il calendario venatorio, proprio perché è nella sua “natura”, ha tra le sue finalità istitutive quella di salvaguardare il territorio, la fauna e l’ambiente, oltre a regolare i diritti e i doveri della caccia, dei cacciatori e della gestione faunistica. Le varie sigle del mondo venatorio hanno pertanto richiesto di poter incontrare Alessio Manni, assessore regionale all’Agricoltura, per “per definire i modi e le modalità affinché l’attività venatoria, nella stagione 2023/24, possa essere esercitata nel rispetto di quanto previsto dalla legge”. È necessario pertanto che la Regione metta in campo tutti gli strumenti tecnico-scientifici e giuridici a sua disposizione per supportare il calendario che è stato approvato.  I cacciatori emiliano-romagnoli chiedono alla Regione la messa in campo di tutti gli strumenti giuridici e tecnico-scientifici a supporto del calendario venatorio approvato. “Le Associazioni venatorie non ci stanno e chiedono che la problematica ‘Calendari venatori’ venga definitivamente affrontata dalla Conferenza Stato-Regioni, per una risoluzione a livello nazionale”.


Il calendario venatorio della Regione Emilia-Romagna per la prossima stagione venatoria, perfettamente coerente con la L. 157/92, è stato ancora una volta oggetto di ricorso da parte di un’Associazione animalista integralista, non rispettosa dei diritti dei cacciatori.


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