IL PIANO NON RISPONDE ALLE ESIGENZE DEL TERRITORIO

Lo scorso 21 luglio i presidenti regionali delle Associazioni venatorie lombarde – Associazione Cacciatori Lombardi, Federcaccia, Caccia Pesca Ambiente, Enalcaccia, Arci Caccia, Italcaccia, Associazione Migratoristi Italiani, Associazione Nazionale Libera Caccia – hanno rilasciato un comunicato congiunto relativo all’attuale Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia – a firma Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica – indirizzato all’Assessore all’Agricoltura. Nel testo inviato si pone l’accento in particolare su come il Piano redatto non sia realmente rispondente alle effettive necessità degli allevatori e di tutti coloro che risiedono nelle zone montane e rurali della Lombardia. Considerando anche l’inadeguatezza dei criteri su cui si basano le azioni di intervento sul territorio. A fronte di quanto evidenziato, il mondo venatorio regionale chiede che in sede di Conferenza Stato-Regioni l’iter di approvazione del documento venga sospeso, fintanto che non vengano apportate quelle modifiche in grado di rispondere effettivamente alla necessità di contenere la specie “in presenza di danni economici significativi e la prevenzione dei pericoli per l’incolumità pubblica di chi vive nelle aree rurali. In assenza di tali modifiche sarà incentivato l’abbandono delle attività di allevamento e di tutte le attività tradizionali di valorizzazione delle risorse agrosilvopastorali, con le prevedibili conseguenze sul presidio antropico del territorio, del turismo, dello spesso popolamento della montagna e delle aree rurali”.


Il Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia, nel momento in cui scriviamo sottoposto alla discussione della Conferenza Stato-Regioni, secondo le Associazioni venatorie lombarde non è realmente rispondente alle effettive necessità degli allevatori e di tutti coloro che risiedono nelle zone montane e rurali della Lombardia.


Condividi l'articolo su: