LE ASSOCIAZIONI VENATORIE SCRIVONO AL PRESIDENTE DELLA REGIONE LOMBARDIA PER OTTENERE LINEE GUIDA SULLA GESTIONE DEI RICHIAMI VIVI


Le associazioni venatorie della Lombardia, Federcaccia, Acl (Associazione cacciatori lombardi), Cpa (Caccia pesca ambiente), Enalcaccia, Anuu Migratoristi, Arcicaccia e Italcaccia hanno evidenziato il proprio disagio per la situazione dei richiami vivi nel territorio regionale scrivendo al presidente della Regione, Attilio Fontana.
Partiamo allora dai fattiQuasi 2 anni fa il Consiglio regionale lombardo modificò la legge regionale sulla caccia andando a cambiare le norme sull’utilizzo e gestione dei richiami vivi. In seguito dovevano essere definite anche le modalità di esecuzione e di applicazione, affinché la norma potesse diventare esecutiva. “Purtroppo ad oggi – rende noto Federcaccia Lombardia – non si ha traccia di queste disposizioni, arenate nella burocrazia con conseguente incertezza da parte dei cittadini cacciatori”.
Per gli appassionati lombardi non è certo semplice perché: “La situazione – evidenziano da Federcaccia Lombardia – viene continuamente messa in secondo piano (…). e la caccia con i richiami vivi è fortemente radicata”. Proprio così e ricordiamo che grazie agli appostamenti fissi gestiti dai cacciatori viene valorizzata la biodiversità nei territori dove esistono i capanni. Come si chiamano in gergo, flora e fauna incontrano condizioni favorevoli alla propria espansione e queste strutture andrebbero tutelate di più. L’auspicio delle Associazioni venatorie firmatarie è che esistano proprio tutti i presupposti perché si possa proseguire su un percorso che possa cambiare la tendenza per ottenere soluzioni utili per i cacciatori lombardi. (Fonte: Federcaccia Lombardia)


Richiami vivi di un appostamento fisso in Lombardia a Confienza (Pv): siamo in Lomellina, quasi al confine con il Piemonte – Foto Archivio Foti


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