Sono praticamente cadute nel “vuoto legislativo” le richieste all’Assessore all’Agricoltura e Agroalimentare, Caccia e Pesca Alessio Mammi avanzate da più parti – la Federcaccia regionale in testa – di mantenere il calendario venatorio così come era stato deliberato prima dell’inizio della stagione. Nella seduta del 19 dicembre scorso – si legge in una nota stampa – “la Regione Emilia-Romagna ha deliberato la modifica delle date di chiusura del prelievo venatorio per alcune specie di migratori – beccaccia, turdidi e acquatici – in ottemperanza all’ordinanza del Consiglio di Stato dello scorso 20 ottobre”. Sono state pertanto disattese le legittime e tecnicamente fondate aspettative dei cacciatori. Prima che si tenesse la nuova riunione della Giunta, dai vertici di FIDC regionale era stato ancora una volta fatto presente come si era pronunciato invece lo stesso Consiglio di Stato sui calendari venatori della Toscana e della Sardegna, confermando la giustezza di quanto era stato deliberato in materia. Nulla di tutto ciò è comunque servito a modificare lo status quo, in netto contrasto con quella tradizione innovatrice nella gestione faunistico-venatoria che ha caratterizzato sin qui l’Emilia-Romagna. In contrasto anche con i dettami sia comunitari che nazionali e con quelle evidenze scientifiche che di volta in volta vengono prodotte a supporto della “bontà dei calendari”. Una delibera “che ha visto la ragione del diritto piegarsi all’ideologia anticaccia”. Ferma a riguardo la posizione del Consiglio regionale FIDC, che ha promosso un incontro con il mondo venatorio del territorio per ritrovare quegli obiettivi comuni e quella compattezza che consentiranno sempre più di “fare sistema” contro il modus operandi di tutti coloro che intendono solamente privare i cacciatori dei loro diritti e delle loro certezze.
Nella seduta del 19 dicembre scorso, la Giunta della Regione Emilia-Romagna ha deliberato la modifica delle date di chiusura del prelievo venatorio per acquatici, turdidi e beccaccia – Foto CC BY-SA 2.0