Con l’approvazione dei calendari venatori alle porte, la demagogia anticaccia riemerge a dispetto delle difficoltà oggi presenti in Italia e della situazione internazionale.
Motivo di disputa è la lettera inviata dal ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani al commissario dell’Ambiente UE, missiva nella quale vengono evidenziate incongruenze metodologiche: Paesi di latitudine simile registrano prelievi venatori di alcune specie di avifauna migratoria assai differenti, tanto da determinare notevoli disparità di trattamento all’interno dell’Ue. Un esempio su tutti è quello del tordo bottaccio (Turdus philomelos), al quale, in Francia, la caccia chiude nella seconda decade di febbraio, mentre in Italia termina al 31 gennaio, tuttavia l’esempio potrebbe estendersi a numerose altre specie migratrici oggetto di prelievo venatorio.
Nella lettera il ministro chiede di adottare soluzioni scientificamente omogenee, ma alcune associazioni animal/ambientaliste, tra cui Wwf, Lipu e Lac, innescano la polemica dimostrando ancora una volta quello che la Confederazione Cacciatori Toscani (CCT) definisce come “il volto peggiore di un atteggiamento pregiudizievole e fazioso”. L’imparzialità dei rappresentanti delle Istituzioni, supportata da elementi oggettivi sul piano tecnico e scientifico verrebbe, secondo la Confederazione, “aggressivamente presentata da parte del mondo pseudo ambientalista come una disputa tra opposte fazioni, tra sedicenti detentori della verità assoluta e politici schierati e condizionati dalla famigerata lobby venatoria”. Chiaramente le associazioni ambientaliste temono un allungamento dei tempi di prelievo,“ma semmai – specifica la CCT – il nodo del contendere è quello di ristabilire un criterio oggettivo e omogeneo tra Stati non condizionato da fattori estranei né ideologici, come purtroppo da troppo tempo sta avvenendo. Se la scienza rappresenta un punto fermo da osservare per tutelare l’interesse generale – domanda in ultimo la Confederazione – allora perché tanto clamore?”.
La CCT difende l’operato di Roberto Cingolani, che chiede all’Unione Europa una revisione scientifica omogenea delle tempistiche venatorie per alcune specie migratrici.