“ALIMENTA LA MENTE”

La fraseAlimenta la mentenon è solo uno slogan, ma un modo di affermare la volontà di “nutrire” tutto quanto ci può portare a migliorare la nostra performance, il nostro carattere e il nostro desiderio di movimento. In questo articolo parleremo quindi di come fare per evitare di riposare sugli allori, o cosiddetti tali. Block notes aperto allora, per appuntarci quanto ci sembrerà più efficace per noi e per il nostro meraviglioso sport. Se arrivare al successo e diventare un punto di riferimento per gli altri è davvero importante, ma c’è qualcosa che non va, dobbiamo assolutamente vietarci di fare drammi, non dobbiamo staccarci da ciò che stiamo facendo. Innanzitutto eviteremo di peggiorare la nostra situazione e questo è da tenere ben presente: diventare bravi o campioni comporta anche uno stile che non dobbiamo mai trascurare. Bisogna rendersi partecipi del fatto che si vince anche attraverso gli errori. Questi ultimi sono considerati dei veri e propri momenti di crescita personale e sportiva, fanno parte di quel gioco in cui vogliamo primeggiare. Una chiamata in un momento di nostra “sconnessione”, può provocare uno zero che, per come la vedo io, non ha una sua storia, rimane uno zero ma non deve danneggiarci a livello di attenzione. Ogni gara si porta dietro un potenziale negativo che noi, da bravi “campioni”, dobbiamo gestire al meglio senza pensare che forzatamente la ragione sia dalla nostra parte. D’altronde, quando esce uno zero, è solo ed esclusivamente colpa nostra e tendenzialmente ci troviamo un alibi o cerchiamo di addossare colpe a destra o a manca. Un altro errore frequente è quello della mancanza di cambiamento se l’errore si ripete: in questo caso bisogna stare molto attenti, perché potremmo finire in un vortice negativo. Non mostriamoci ciechi al cospetto degli errori, perché per la troppa concentrazione, la nostra memoria selettiva potrebbero andare in tilt e girarci definitivamente le spalle. Allenare lo “stato di flow” vuol dire alimentare quella parte che ci aiuterà ad allontanare (non però a renderci infallibili) tutte quelle interferenze esterne che durante ogni competizione arrivano in maniera inesorabile.

Nel 1999 due psicologi di Harvard, Chabris e Simons, hanno provato e dimostrato che quando l’attenzione in una competizione è altissima (stato di flow), non ti accorgi minimamente di quanto accade dentro o fuori dal campo. Nel corso di un allenamento di basket hanno messo di fronte due squadre che indossavano maglie di un colore completamente diverso: ogni componente doveva conteggiare quanti passaggi fatti e ricevuti sarebbero riusciti ad effettuare. Durante il match un altro giocatore, travestito da gorilla, ha fatto un’incursione in campo battendosi le mani sul petto più volte, per poi uscire. Più del 70% dei volontari di questo esperimento non si è minimamente accorto dell’intruso, tanto era alta la concentrazione nel contare i passaggi. Questo esperimento è servito a dimostrare che, quando ci troviamo di fronte ad una sfida importante, finiscono per sfuggirci le cose più evidenti. Il concetto di “Alimenta la mentesviluppa le tue potenzialità, è perfetto per far comprendere che non va mai dato nulla per scontato, né in allenamento, tanto meno nell’affrontare una gara. Dobbiamo quindi, in modo sistematico, trovare tutti quegli strumenti che il coaching ci mette a disposizione.

Un atleta che vuole eccellere nella propria specialità deve, come già detto, accedere a tutte quelle fonti in grado di creargli l’ambiente idoneo al miglioramento. Questo processo porta a far comprendere l’importanza di guardarsi dentro, senza paura di instaurare il giusto dialogo con sè stessi. L’immagine che abbiamo di noi stessi è il perno centrale del nostro essere e il cammino verso il successo richiede, a monte, una grande riflessione su come noi ci vediamo senza timore di dirci la verità. Ingannarci ai fini di una preparazione per una competizione, non farà altro che alterare le aspettative in modo completamente sbagliato. Avere un’idea sbagliata delle nostre forze può solo servire ad affossarci, mentre effettuare una buona autodiagnosi, con chiarezza, consapevolezza e responsabilità ci dà la giusta misura del grado di preparazione che abbiamo in quel preciso momento. Essere sicuri di conoscere le proprie virtù e potenzialità, non può fare altro che renderci migliori. Seguire una preparazione programmatica ha enormi vantaggi: dal riconoscere i nostri punti di forza ad accorgersi in tempo quando si sta avvicinando un periodo nero, perché abbiamo alimentato, aumentato la nostra consapevolezza e la conoscenza di noi stessi.

Ma che cos’è un “punto di forza”? È la somma di consapevolezza, equilibrio e abilità personali. Se sfruttato bene, ci renderà più semplice il percorso per poter raggiungere l’eccellenza. Ricordiamoci che il coaching è un allenamento personale votato al nostro miglioramento. Pertanto diventa assai importante riuscire a riconoscere i nostri punti di forza, che saranno una potente leva per conseguire il nostro successo. Importante è farli confluire nel nostro immaginario e metterli a frutto attraverso le nostre potenzialità. Il cambiamento, alimentato dalla nostra volontà di raggiungere un obiettivo, consiste nel limitare o annullare tutte le negatività presenti all’interno della nostra mente. Il lavoro è spesso a lungo termine, ma è totalmente appagante e consente di ottenere enormi risultati in termini di soddisfazioni e successo. Non ci pentiremo di esserci impegnati più di altri, perché saranno i risultati a parlare per noi. Da professionisti o da semplici amatori, ognuno ha le sue motivazioni per poter migliorare il proprio status di atleta. Affermare, in entrambi i casi, la nostra professionalità durante la preparazione o una gara è un vero e proprio toccasana per la nostra immagine di atleti vincenti. Alimentiamo la nostra autostima e saremo sulla strada giusta.

Ecco un’altra sorgente da cui attingere più informazioni possibili… l’autostima. Dobbiamo renderci consapevoli che le gare spesso bisogna “raddrizzarle” perché siamo partiti non proprio con il piede giusto: un ottimo “self talk” ci permetterà allora di agire con il metodo migliore. Torniamo però a definire l’autostima, cos’è in realtà? Non è altro che il valore che riusciamo a dare alla nostra persona, all’atleta che è in noi. Per la nostra unicità, questo valore dovrà essere sempre molto alto perché nella vita quotidiana ci saranno sempre momenti dove la nostra autostima finirà sotto le scarpe, dunque anche in tal caso dobbiamo alimentarla con il metodo, senza squalificare mai la nostra persona. Si tratta di un’operazione che è a nostro completo carico, dato che se non ci pensiamo noi, nessun’altro potrà mai farlo. Come abbiamo visto, ad ogni azione corrisponde la nostra reazione nell’individuare la fonte alla quale “abbeverare” il nostro sapere: ci fornirà le soluzioni alle nostre mille convinzioni sbagliate. Sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico… Alla prossima!


Tratto da “Alimenta la mente”, di Giorgio Fabris, Caccia & Tiro 04/2023.


Allenare lo “stato di flow” vuol dire alimentare quella parte che ci aiuterà ad allontanare (non però a renderci infallibili) tutte quelle interferenze esterne che durante ogni competizione arrivano in maniera inesorabile.


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