FUGA PER LA VITTORIA

Il famoso film degli inizi degli anni ’80 del regista John Huston, “Fuga per la vittoria” (titolo che ho voluto utilizzare per connotare questo mio ultimo articolo – Nda) e che aveva come interprete principale Sylvester Stallone, è il filo conduttore per comprendere che l’impegno per ottenere la libertà personale è lo stesso che dobbiamo mettere per ottenere un successo durante una competizione. Impegno massimo per raggiungere l’obiettivo, piccolo o grande che sia. C’è da tenere sempre ben presente che nessuno ci regalerà nulla durante una gara e che tutto dipenderà da noi: saremo infatti solo noi a manovrare la nostra gara nel bene o nel male.

GLI STRUMENTI “ALLEATI”
Gli strumenti che si possono tramutare in alleati e che possono darci una mano per la costruzione e il raggiungimento dei nostri obiettivi? Sicuramente sono molteplici quelli che hanno uno straordinario potere sul nostro lavoro e nell’elaborazione del percorso da effettuare. Credo che una delle tecniche più performanti sia quella dell’autoipnosi (da non confondere con l’ipnosi) e dell’autoefficacia. Entrambi gli strumenti hanno bisogno di un nostro impegno costante a prescindere dal nostro stile di vita. Solo imboccando le strade più difficili si possono raggiungere risultati importanti, i percorsi facili richiedono meno impegno ma poi rischiamo di sbandare alla prima difficoltà che incontriamo, facendoci perdere così del tempo prezioso. Più è difficile la strada e più ci formeremo una mentalità vincente e straordinariamente elastica. Solo così potremmo raggiungere “la fuga per la vittoria”, creando quel metodo che ci isola ma, allo stesso tempo, ci forgia con l’unico obiettivo di condurci verso il gradino più alto del podio. Le pedane ci portano, quasi inconsapevolmente, ad addossare le colpe a distrazioni, o allo zero, oppure a fattori esterni (spesso inesistenti), ma difficilmente ci portano a valutare se il nostro grado di preparazione è stato all’altezza di quanto vogliamo raggiungere. Ripeto molto spesso che durante una gara il nostro unico pensiero è quello di compiere al meglio il “gesto tecnico perfetto” e di non lasciarsi andare a discorsi inutili o a pensieri che ci possono allontanare mentalmente dalla nostra gara.
Cerchiamo di schiarirci le idee su cosa sono l’autoipnosi e l’autoefficacia.

L’AUTOIPNOSI
Nello sport l’autoipnosi è una tecnica che utilizza audio-clip create ad hoc per migliorare le performance atletiche e la preparazione mentale degli sportivi. Attraverso l’autoipnosi, gli atleti possono accedere a stati di concentrazione profonda, ridurre l’ansia e aumentare la motivazione. Questa pratica consiste nel condurre sé stessi attraverso un percorso guidato in uno stato di rilassamento profondo, dove è possibile visualizzare obiettivi, ripetere affermazioni positive e lavorare su aspetti come la gestione dello stress e la fiducia in sé stessi. L’autoipnosi ci può aiutare a migliorare la nostra resilienza mentale, a focalizzarci meglio durante le competizioni e a recuperare più rapidamente i momenti negativi. In sintesi, l’autoipnosi è uno strumento utile per migliorare la performance sportiva attraverso il potenziamento della mente e delle emozioni e possiamo farlo quando e come vogliamo. Propongo sempre di fare autoipnosi in un momento dove non abbiamo appuntamenti a ridosso di questo ascolto: dobbiamo essere il più possibile isolati e mettere il cellulare in modalità aereo per non essere disturbati. Questo tipo di tecnica è molto rilassante e ci “allontana” dalla realtà del momento, quindi dobbiamo fare di tutto perché nulla accada ad interrompere tale funzione. Ci possono essere due audio-clip per poter eseguire l’autoipnosi: la prima è quella tecnica dove la voce guida ti porta a cristallizzare tutti quei momenti che si vivono in una competizione, si associano insieme la respirazione e la massima concentrazione dovuta, di fatto, al seguire senza disturbi proprio questo audio-clip. La seconda è molto più legata al rilassamento e ad effettuare un percorso più centrato a fare un viaggio virtuale con una musica a bassi bpm che aiuta a trovare concentrazione e serenità mentale.

L’AUTOEFFICACIA
Passando invece all’autoefficacia, è un concetto che si riferisce alla fiducia di una persona nelle proprie capacità di raggiungere i propri obiettivi o di affrontare situazioni specifiche. È una misura della convinzione di una persona di poter avere successo in determinate sfide o di poter superare eventuali ostacoli. L’autoefficacia può influenzare notevolmente il comportamento e le prestazioni di una persona. Quando le persone hanno un alto livello di autoefficacia, tendono ad avere una maggiore motivazione, perseveranza e resilienza nel perseguire i loro obiettivi. Si sentono più sicure di fronte alle difficoltà e sono più propense a impegnarsi in nuove attività o a prendere iniziative. D’altra parte, le persone con bassa autoefficacia possono sentirsi insicure e dubbiose delle proprie capacità. Potrebbero evitare le sfide o rinunciare facilmente in caso di fallimento. Questo può limitare le loro opportunità di crescita e successo. L’autoefficacia può essere sviluppata attraverso diverse esperienze, come il raggiungimento di successi passati, l’osservazione di modelli di ruolo positivi o l’incoraggiamento da parte degli altri. Inoltre, le persone possono migliorare la propria autoefficacia attraverso la pianificazione, l’acquisizione di conoscenze e competenze pertinenti e la gestione efficace dello stress. In sintesi, l’autoefficacia è la fiducia in sé stessi per affrontare le sfide e raggiungere i propri obiettivi. È un fattore importante per promuovere la motivazione e il successo personale. Si potrebbe confondere l’autoefficacia con l’autostima, ma le due cose sono ben distinte. L’autostima è il valore che si attribuisce alla nostra persona, che noi attribuiamo a noi stessi, mentre l’autoefficacia si riferisce alla fiducia che abbiamo nelle nostre capacità di affrontare i fatti e i problemi della vita.

CONCLUSIONI
Arrivati a questo punto, si può ben capire l’importanza degli strumenti per arrivare ad ottenere il nostro successo. Gli strumenti dobbiamo elaborarli lontano dai campi di gara e tenerli pronti da usare quando diventeranno i nostri alleati preferiti per portare in fondo una competizione che aveva preso un “brutta strada”. La fuga per la vittoria non può che portare grandissime soddisfazioni a livello personale. Grow e come sempre… AlimentaLaMente”.


Tratto da “Fuga per la vittoria”, di Giorgio Fabris, Caccia & Tiro 03/2025.


La famosa “fuga della vittoria” di Andrea Benelli alle Olimpiadi di Atene del 2004 nella finale di skeet che lo portò a fregiarsi dell’oro – Foto Fitav

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