Nei giorni scorsi è stato siglato un protocollo di intesa tra il presidente Federcaccia Massimo Buconi e quello di ANUU Migratoristi Marco Castellani. Indirizzato a imprimere un nuovo slancio alla collaborazione reciproca sul territorio e a tutti i livelli, con l’obiettivo precipuo di realizzare iniziative unitarie per la caccia e di servizi per i rispettivi iscritti. Ma perché questo accordo? In primis per la consapevolezza della necessità di far evolvere l’impegno comune nell’ambito della Cabina di regia del mondo venatorio, rafforzando il percorso unitario già in essere e tra le Associazioni che nel tempo decideranno di condividere contenuti e finalità. Portando avanti linee politiche e di azione volte a recuperare i valori della ruralità e la valorizzazione di tutte le forme di caccia sostenibile. In particolare, tra le linee operative comuni, una ormai inevitabile “rilettura” – scevra da qualsivoglia ideologia – della normativa vigente sia nazionale che regionale relativa alle aree protette e alla pratica venatoria. Così da assicurare un modello di gestione faunistico-venatoria e ambientale su tutto il territorio italiano e adottare calendari venatori improntati sulla corretta applicazione della Direttiva Habitat, dei Key Concepts e della legge 157/92. Calendari che prevedano anche la definizione dell’uso dei richiami vivi e il prelievo in deroga. Tra le altre questioni discusse nell’occasione, la necessità di potenziare la ricerca scientifica in campo faunistico e agroambientale; la formazione nonché riqualificazione dei quadri dirigenti; il miglioramento dei rapporti con il mondo agricolo al fine di valorizzare il sistema rurale con ricadute positive sulla fauna e la promozione ulteriore dell’attività venatoria nella società, coinvolgendo soprattutto le giovani generazioni, a partire dall’età scolare.
Tra le linee operative da promuovere e condividere, evidenziate nel protocollo d’intesa tra la Federcaccia e l’Associazione Migratoristi italiani, l’adozione di calendari venatori con tempi e specie secondo le diverse realtà territoriali, che contemplino la corretta applicazione di quanto previsto dai Key Concepts, dalla 157/92 e, dalla Direttiva Habitat.