La premessa, prima di entrare nel merito della “querelle mediatica”, sollevata dalla LIPU, che ha tenuto banco nelle scorse settimane, è che a tutt’oggi ciò che attiene alla materia venatoria è regolamentato dalla Legge 157/92. Non dai pareri che vengono pronunciati dall’ISPRA. Particolare non trascurabile, questo, che a quanto pare viene sempre più spesso bypassato tanto dalla LIPU quanto dalle altre associazioni animate dalla stessa “animosità ambientalista”. Ma veniamo ora al dunque… La LIPU ha “lanciato” accuse infondate in merito a 5 presunte violazioni da parte delle Regioni della Direttiva Uccelli, la 147/209/CE. Illazioni che sono state subitamente smentite da parte di Federcaccia, nella fattispecie dall’Ufficio Studi e Ricerche Faunistiche e Agro-ambientali. Una di queste infrazioni, ad esempio, fa riferimento alle 20 specie che la LIPU afferma versare in un cattivo stato di conservazione e privi di adeguati Piani di gestione. Nel caso di moriglione, tortora selvatica, allodola e coturnice i Piani di gestione, oltre ad essere stati approvati dalla Conferenza Stato-Regioni, sono stati realizzati un passo alla volta, “prevedendo fin dalla loro applicazione un contingentamento, in alcuni casi superiore al 50%, del numero dei capi prelevabili in ogni singola regione italiana”. Va ricordato, una volta per tutte alla LIPU e al resto delle Associazioni di stampo ambientalista, che sono proprio i cacciatori i fautori delle finalità primarie dei Piani di gestione della fauna, ovvero la realizzazione dei miglioramenti ambientali, grazie ad iniziative di carattere privato e a risorse provenienti dagli Ambiti Territoriali di Caccia. Un altro punto – per gli approfondimenti rimandiamo alla Nota stampa completa – sul quale si sofferma la replica di Federcaccia, è la consuetudine con cui la LIPU mescola “caccia legale e bracconaggio”: “peraltro l’Italia ha approvato un Piano Nazionale, e sono notizie d’attualità che evidentemente sfuggono alla LIPU l’aumento delle azioni contro la caccia illegale realizzate negli ultimi due anni da gruppi speciali dei Carabinieri, oltre che dalle Guardie Venatorie”. Federcaccia a tal proposito rafforza la propria posizione sulla “tolleranza zero” verso i reati perpetrati ai danni della fauna selvatica, evidenziando come i cacciatori siano in prima linea per far promuovere il rispetto della 157/92 e nella prevenzione degli illeciti.
Un esempio concreto di covate di morette tabaccate che sono nate in un appostamento fisso di caccia alla migratoria acquatica della Regione Toscana.