I CALENDARI VENATORI NON SONO OBBLIGATI ALLA VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE

La “mala informazione” anticaccia è di nuovo balzata agli onori delle cronache. L’articolo uscito di recente su Green & Blue“l’inserto” online di “la Repubblica” – intitolato “Caccia, il TAR del Lazio ferma il tentativo delle associazioni venatorie di ridurre i limiti”, ha dato l’opportunità al WWF e alla LIPU di parlare di una vera e propria vittoria. Vittoria conseguita, a loro dire, tramite la sentenza del TAR Lazio: Sez. I, 12.2.2024 n. 2723, in base alla quale è stato dichiarato “inammissibile il ricorso delle associazioni venatorie che chiedevano l’accertamento della natura non vincolante delle Linee Guida nazionali che avevano introdotto l’obbligo per le Regioni di sottoporre i calendari venatori alla Valutazione di incidenza ambientale (VINCA)”. Federcaccia sottolinea come tutto ciò faccia parte solo ed esclusivamente di un’informazione cosiddetta distorta, in primis perché non si è trattato di un successo ma di una bella indiscutibile sconfitta per entrambe le sigle ambientaliste/animaliste. Federcaccia, infatti, una volta resasi conto che Lipu e WWF erano riuscite a far introdurre nelle Linee Guida nazionali l’obbligo (non contemplato da nessuna norma di legge, né dalla Direttiva Habitat) di sottoporre i calendari venatori alla Valutazione di incidenza ambientale, hanno interpellato il TAR del Lazio per richiedere in prima battuta “l’accertamento della natura non vincolante delle stesse Linee Guida con conseguente dichiarazione di inammissibilità del ricorso per difetto di interesse”. Accertamento che è stato poi ottenuto e che ha portato da parte dei Giudici a chiarire il fatto che non esiste obbligo alcuno per le Regioni di sottoporre a tale Valutazione i calendari venatori. Acclarando la tesi delle Associazioni venatorie, vanificando pertanto del tutto un altro tentativo degli animalisti/ambientalisti di bloccare l’attività venatoria. Per il risultato raggiungo Federcaccia e le altre sigle venatorie hanno ringraziato nuovamente l’avvocato Bruni di Firenze.


Ancora una volta i tentativi delle principali sigle animaliste e ambientaliste di bloccare l’attività venatoria sono stati vanificati…


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