Il Molise è una perla tutta italiana con ambienti disparati che vanno dalla costa fino alla montagna. Il presidente Federcaccia della regione, Giovanni Grieco, avvocato cassazionista e vice procuratore onorario della Repubblica con la passione per i cani da ferma e da riporto, ci descrive i territori di caccia e “come sta” l’attività venatoria.
Come sono i terreni nella sua regione e quali le cacce tipiche?
“I terreni nella regione Molise sono abbastanza vari, dalla pianura in prossimità della costa, poi incontriamo la collina dolce, fino al territorio tipico dell’Appennino con il massiccio del Matese (2050 m slm) e le Mainarde (2250 m slm)”.
Qual è lo stato di salute dell’attività venatoria?
“Ad eccezione della migratoria, per quanto riguarda la stanziale fagiani e lepri vengono immessi prevalentemente dagli Ambiti territoriali di caccia, mentre la starna e la coturnice, una volta abbondanti, sono oggi molto rarefatte: la prima è presente quasi esclusivamente nelle Zone addestramento cani e non è più contemplata nel calendario venatorio come specie cacciabile, mentre la coturnice è presente in numero ridottissimo in montagna dove è interdetta la caccia”.
Negli ultimi anni in tutta la Penisola si sono diffusi a dismisura i grandi ungulati come i cinghiali, con tutte le conseguenze che si porta dietro l’espansione di una specie come questa. Com’è attualmente la situazione in Molise?
“In forte espansione, ormai invadono anche i centri abitati, creando danni rilevanti al comparto agricolo. Con una gestione lungimirante, quello che al momento è un problema potrebbe essere una risorsa economica perché porterebbe turismo venatorio e potrebbe portare a lavoro in più attraverso la trasformazione delle carni”.
Anche la diffusione del lupo porta ad alcuni problemi di convivenza. E da voi?
“La nostra regione da sempre convive con il lupo appenninico, che vive all’interno del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Dobbiamo però segnalare che negli ultimi anni questi predatori vengono avvistati anche in pianura e in prossimità di centri abitati, mentre una volta non si avvicinavano così tanto”.
Come sono i rapporti fra la Federcaccia e le istituzioni politiche regionali e locali?
“Abbiamo rapporti meramente istituzionali”.
E i rapporti con il Parco nazionale d’Abruzzo? Esiste un equilibrio nelle aree pre Parco?
“La caccia nella zona contigua è riservata solo ai residenti e viene regolamentata con l’adozione del calendario venatorio”.
Come Federcaccia avete messo in atto o state portando avanti progetti di gestione faunistico-venatoria? Se sì, quali?
“Stiamo portando avanti il monitoraggio delle rotte migratorie della beccaccia con il progetto Amici di Scolopax e raccolta delle ali, cosa che facciamo anche per la tortora. Si sta lavorando anche per la starna attraverso l’osservazione e monitoraggio di pochi capi presenti nelle Zac e sono il frutto di immissioni controllate”.
Come si è avvicinato alla passione per la caccia? È una tradizione di famiglia?
“Sono stato iniziato da mio nonno materno e quando ho conseguito la mia prima licenza mi ha regalato la sua doppietta calibro 16 cani esterni, che è il pezzo più importante della mia collezione”.
Tratto da “L’attività venatoria in terra molisana”, di Jacopo Foti, Caccia & Tiro 08/2022.
Giovanni Grieco: dal 2017 vice procuratore onorario della Repubblica. Tra le caccie praticate, la migratoria con cane da ferma e da riporto.