LO STUDIO SULLA FERTILITÀ DELLA LEPRE EUROPEA NELLE AREE DI PIANURA, COLLINA E MONTAGNA


Valter Trocchi dell’Ufficio Studi e Ricerche di Federcaccia, ha realizzato, insieme con Pierangelo Freschi, Carlo Cosentino dell’Università degli Studi della Basilicata e Egidio Mallia, uno studio, pubblicato poche settimane fa, intitolato “Fertilità della lepre europea negli ambienti di pianura, collina e montagna della penisola italiana”. Nell’introduzione della pubblicazione leggiamo: “Valutiamo la performance riproduttiva della lepre europea in quattro distinti distretti di caccia in Italia, due al nord e due al sud, dove la specie rimane relativamente abbondante”. Lo studio si è concentrato sull’analisi della fertilità della lepre e sull’osservazione delle cicatrici placentari che si formano durante il ciclo riproduttivo. Conoscere le differenze nelle abitudini riproduttive in diverse zone (di pianura, collinari o montuose) è utile per ricavare informazioni importanti sulla salute della lepre europea. I territori presi in considerazione erano due in Basilicata – uno a Matera in collina e l’altro in montagna a Potenza – e due in Emilia-Romagna, nella pianura bolognese e ferrarese. È emerso che la fertilità durante la stagione venatoria è più favorevole nelle pianure e fra le colline, piuttosto che in montagna. Il rapporto dei piccoli nati fra queste zone è rispettivamente di 10-11 contro 6 ed è stato evidenziato che i climi temperati possono condizionare in maniera positiva la riproduzione. Grazie a questa ricerca è emerso che, per migliorare la qualità della specie, bisogna attuare strategie di conservazione diverse a seconda dei territori sui quali insistono le popolazioni e che è necessario intraprendere le strategie da marzo a maggio, nel periodo della riproduzione. In questo lasso di tempo nelle zone di collina sarà necessario fare attenzione durante il periodo di sfalcio dei foraggi per evitare che la meccanizzazione agricola provochi una riduzione dei nuovi nati, mentre in montagna bisognerebbe ridurre i pascoli laddove siano presenti. In pianura, invece, si potrebbe intervenire limitando le colture di cereali a favore degli ambienti dove le lepri si possano rifugiare.


Lo studio dal titolo: “Fertilità della lepre europea negli ambienti di pianura, collina e montagna della penisola italiana” stato condotto dall’Ufficio Studi e Ricerche Federcaccia con la collaborazione dell’Università degli Studi della Basilicata – Foto Archivio Foti


Condividi l'articolo su:

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.