Novembre e dicembre non sono mai mesi “morti”. Anche nell’attività della Federazione, sia quella squisitamente sportiva, che quella organizzativa e di carattere istituzionale, i mesi autunnali e di inizio inverno (nei quali, tra l’altro, inizia la tanta attesa attività venatoria) fervono di adempimenti. Soprattutto quest’anno, con la preparazione di una fondamentale tappa come l’elezione di un nuovo gruppo dirigente per il prossimo ciclo olimpico, questo periodo risulta particolarmente ricco di impegni.
Ovviamente, quello che stiamo vivendo in questa lunga vigilia è il momento “politico”, ma anche democratico e di confronto, più importante nella vita della Federazione. Non solo per quanto riguarda la dirigenza nazionale ma, come vedremo in seguito, anche (e soprattutto) a livello territoriale. In tutta Italia si sono appena svolte nella maggior parte delle regioni le assemblee per l’elezione dei rappresentanti degli atleti e dei tecnici. Altre regioni, invece, hanno fissato le assemblee a dicembre o entro la prima metà del mese di gennaio, altre ancora, infine, come la Calabria e la Campania, hanno deciso di abbinare a queste assemblee anche l’elezione del presidente e del Consiglio regionale. Tutta questa attività si è svolta e si svolgerà sia in quelle regioni che hanno il numero di Asd con diritto di voto per eleggere presidente e Consiglio e quelle – ormai davvero pochissime – che invece avranno un delegato nominato dal Consiglio federale.
Tenendo presente – anzi, sottolineando orgogliosamente – che in questo ciclo olimpico le Asd della Fidasc sono più che raddoppiate (da poco più di 200 del 2019 alle attuali 425), a dimostrazione dello straordinario sviluppo sportivo favorito non solo dalla notevole crescita, specie nella disciplina della cinofilia, delle varie specialità sportive, ma anche dagli entusiasmanti successi ottenuti a livello mondiale dai nostri atleti.
In effetti, ed ecco il valore territoriale di cui parlavo prima, al di là delle attività propedeutiche alle elezioni del nuovo gruppo dirigente, quello che si sta compiendo a livello regionale è un lavoro che potremmo definire “rivoluzionario”, in quanto tutta l’attività sportiva e di formazione della Fidasc dovrà ruotare intorno al lavoro dei Comitati regionali. Ma le rivoluzioni che caratterizzeranno il nuovo ciclo e che sono state approvate nel corso dell’ultimo Consiglio federale del 28 novembre, non si fermano al nuovo importante ruolo organizzativo assegnato ai Comitati regionali, bensì coinvolgeranno la vera e propria attività sportiva in quanto saranno ridotti al minimo indispensabile i Campionati cosiddetti “Open”, che saranno sostituiti da finali nazionali raggiungibili attraverso un percorso eliminatorio selettivo che qualificherà solamente gli atleti individuali, nel caso del tiro, o i binomi/team per quanto riguarda la cinofilia. Questa diversificazione tra binomi e team non è certo casuale ma è motivata proprio dalle differenze che caratterizzano alcune specialità (si pensi, solo per fare degli esempi, alle competizioni per conduttori di cani da ferma o alle gare di agility) nelle quali gareggiano un atleta e un ausiliare e quindi quel binomio che abbiamo imparato a conoscere come “atleta a sei zampe” e quelli in cui l’atleta “bipede” non è affiancato da un solo cane ma da due o più, come avviene nelle gare dei segugi in muta o in quelle di sleddog, nelle quali sono impegnati veri e propri equipaggi o, appunto, team. Questo percorso eliminatorio assicurerà una sempre maggiore competitività, con il raggiungimento di obiettivi tecnici di grande rilievo e, al tempo stesso, metterà la Federazione in condizione di poter compiere uno sforzo economico notevole garantendo un importante contributo ai vari finalisti.
“A caccia di sport”, di Felice Buglione, Caccia & Tiro 12/2024 – 01/2025.
Saranno ridotti al minimo indispensabile i Campionati cosiddetti “Open”, che saranno sostituiti da finali nazionali raggiungibili attraverso un percorso eliminatorio selettivo che qualificherà solamente i binomi/team per quanto riguarda la cinofilia – Foto Fidasc