Il sensazionalismo che troppo spesso nei nostri tempi caratterizza la comunicazione ci impedisce di comprendere quanto sia invece autenticamente storico un momento della nostra vita sportiva. Quella che stiamo vivendo è davvero una fase storica e non è un caso che abbia personalmente testimoniato questa situazione proprio in occasione della gara della Struttura federale che ha riunito a Roma nel mese di ottobre tutti i ranghi del nostro mondo tiravolistico nazionale. Nelle settimane in cui leggerete queste mie note ricorrerà un anno dall’insediamento dell’attuale dirigenza dell’Issf che mi onoro di presiedere e da allora abbiamo già compiuto grandi passi per restituire al movimento tiravolistico mondiale quella centralità che merita. Appena un anno fa, infatti, in un’atmosfera di nebulosa incertezza sarebbe stato molto difficile formulare previsioni sicure sul futuro anche immediato delle nostre discipline e invece oggi, alla luce di quanto ha decretato il Comitato olimpico internazionale nella più recente sessione plenaria di Mumbai, non soltanto abbiamo la certezza che tutte le discipline del tiro presenti a Tokyo saranno incluse anche nel programma dei Giochi di Los Angeles del 2028, ma possiamo anche affermare di aver riconquistato quella stima e quella considerazione che il tiro a volo e il tiro a segno avevano costruito con sistematica gradualità nei decenni e che erano state invece pesantemente minacciate nel precedente quadriennio. Che in anni recenti sia stata promossa una certa marginalizzazione delle discipline del tiro lo prova il fatto che l’anno prossimo, alle Olimpiadi di Parigi, le specialità del tiro saranno confinate in un impianto che sorge a 300 chilometri dalla sede dei Giochi. Ma sarebbe davvero impensabile, come in questi ultimi mesi ho esposto personalmente ai massimi dirigenti dello sport mondiale: primo fra tutti il presidente del Cio Thomas Bach, che fossero estromesse dal programma delle Olimpiadi quelle discipline – le nostre – che videro tra i più ferventi estimatori proprio l’ideatore dei Giochi moderni: quel Pierre de Coubertin che fu un valente tiratore di pistola. Quella vinta a Mumbai, quell’episodio storico a cui alludevo, è dunque una battaglia che in realtà tutto il movimento mondiale del tiro ha saputo vincere, ma ritengo di non peccare di presunzione affermando che in questa operazione l’Italia ha avuto un ruolo non indifferente. Quell’Italia che nell’ambito tiravolistico ha a sua volta recuperato fortemente terreno rispetto ad un passato recente: oggi stiamo infatti per affrontare il cosiddetto “ultimo miglio” in vista di Parigi 2024 con un patrimonio quasi completo di carte olimpiche che ci eleggono dunque di nuovo come una delle superpotenze del panorama agonistico. Un sentito moto di gratitudine per questo ritorno al futuro deve essere tributato alle atlete e agli atleti che hanno conseguito la conquista delle carte olimpiche, ai loro tecnici e a tutte e tutti coloro che ogni giorno operano per la credibilità della nostra Federazione. Perché nelle discipline olimpiche, in quelle non olimpiche e in quelle paralimpiche la nostra storia è di nuovo in evidenza nel mondo.
“Linea di tiro”, di Luciano Rossi, Caccia & Tiro 11/2023.
Luciano Rossi: “Oggi stiamo per affrontare il cosiddetto ‘ultimo miglio’ in vista di Parigi 2024 con un patrimonio quasi completo di carte olimpiche che ci eleggono dunque di nuovo come una delle superpotenze del panorama agonistico”.