“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”. Questo è il testo dell’articolo 9 della Costituzione Italiana che tratta un argomento di strettissima attualità in questo periodo.
Fondazione Una-Uomo Natura e Ambiente in dicembre ha organizzato a Roma il secondo tavolo di lavoro per tracciare le procedure interpretative di questo articolo. Conseguenza della giornata, alla quale hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni, del mondo associativo e fra i maggiori esperti costituzionalisti, sono state la proposta di costituzione di un intergruppo parlamentare per la gestione della fauna selvatica e di una buona notizia per il mondo venatorio, perché il Consiglio di Stato ha respinto i ricorsi contro i calendari venatori portati avanti da alcune sigle di associazioni animaliste dopo le sentenze dei Tar della Lombardia e dell’Emilia Romagna. I ricorsi erano basati proprio sulla presunta incompatibilità della pratica venatoria ai sensi dell’articolo 9 della nostra Costituzione.
Fra i relatori, Francesco De Leonardis, professore ordinario di Diritto amministrativo all’Università degli Studi Roma Tre, nonché presidente dell’Associazione Italiana di Diritto dell’Ambiente (Aidambiente) secondo il quale l’articolo in questione è da considerare inserito nel sistema di principi fondamentali del nostro ordinamento e la tutela della fauna non va intesa in senso individualistico, bensì in senso funzionale agli interessi dell’intero sistema preso in analisi, cioè di tutto il Paese.
Anche il professore di Diritto costituzionale di Roma Tre, Antonio Celotto, è sulla stessa lunghezza d’onda perché: “L’articolo 9 protegge l’ambiente rinviando al legislatore modi e forme di tutela e questa è un’occasione per bilanciare gli interessi tra le varie forme di tutela della biodiversità, di cui l’attività venatoria rappresenta una parte fondamentale”. Mentre da Angelo Lalli, associato di Diritto amministrativo, arriva un’osservazione sull’attività venatoria, considerata dall’ordinamento europeo fondamentale per l’equilibrio faunistico e biologico.
A conclusione dei lavori, i ringraziamenti di rito di Maurizio Zipponi, presidente di Fondazione Una.
Le sponde del lago Trasimeno, in Umbria: realtà unica in Italia, è un esempio di biodiversità e di territorio che deve essere tutelato e valorizzato prima che sia troppo tardi – Foto Sabrina Costini