Partiamo subito con una domanda, anzi due: è utile per un Over 50 affrontare un percorso di coaching? È opportuno in età “matura” sconvolgere tutte le nostre certezze, i nostri dati acquisiti e le nostre idee? Credo sia molto importante dare delle risposte a riguardo, che seguano una logica e in questo articolo proverò quindi a farlo.
I dati parlano chiaro
Sono tantissimi gli Over che si avvicinano a questo tipo di attività legata al mondo del cambiamento e della possibilità, concreta, di raggiungere un obiettivo che forse, quando erano più giovani, non erano riusciti a raggiungere. Poi ci sono coloro che sono entrati nel mondo del tiro a volo o dello sport in generale in età avanzata e non forzatamente hanno avuto la possibilità di partire da ragazzi, questo per svariati motivi. Spesso chi cerca grandi motivazioni sono proprio loro, i mitici Over 50. Nessuno, a prescindere dall’età, si deve sentire escluso dalla possibilità di una crescita personale. Ci sono ovviamente altri obiettivi, l’importante è non “mettersi dei paletti”, causati proprio dal raggiungimento di una “certa età”. La voglia di crescere e di cambiare non ha veramente tempo, soprattutto per chi si confronta ancora sulle pedane delle varie specialità del tiro a volo e, ovviamente, di altre discipline sportive. La risposta alla prima domanda è sicuramente un “sì” netto e senza dubbi, ammesso che scatti dentro la testa quell’insana voglia di cambiamento che, se arriva sopra i 50 anni, trasforma l’uomo in un ragazzo di 20, per la vitalità con cui affronta il percorso. Chi pratica sport, a mio modo di vedere, ha una grandissima opportunità da sfruttare, che è quella di poter acquisire tutti gli strumenti necessari per porsi sempre degli obiettivi, a patto che siano sempre concreti e non solo semplici illusioni.
Le persone cambiano
… E lo fanno molto volentieri, quando percepiscono e cominciano a toccare con mano che anche da Over le cose possono cambiare in positivo. Sono il primo a restare ammirato quando vengo contatto da chi non è più in giovane età: le loro motivazioni sono sempre molto sfidanti e non mollano l’idea che, mettersi alla prova, non potrà che migliorarli. Il loro punto di vista si modifica e ritrovare il sorriso è uno dei primi traguardi che è possibile raggiungere. Perché in pedana si entra sempre con il sorriso, si impara a scacciare lontano ogni pensiero negativo e si fa entrare tutto ciò che può essere positivo. Il coaching ti fa comprendere che tutto ciò che noi facciamo e pensiamo è allenante, quindi se i nostri pensieri sono positivi alleniamo la positività, se invece diventano negativi alleneremo la… Dobbiamo tenere presente che a tutti i problemi c’è una soluzione e questo, bene o male, lo sappiamo tutti, ma non per tutti è facile trovarla: troppo spesso ci ritroviamo a parlare per ore, giorni, spendendo fiato su quel problema invece di cercarne la soluzione. È un’abitudine che ci portiamo dietro da millenni, ma se vogliamo uscire da questo recinto tutte le nostre parole, le frasi, i pensieri dovranno imboccare un’altra strada: ecco come si trasforma un allenamento da negativo a positivo, questi sono fatti!
La ricerca delle piccole cose
Visti da fuori i grandi cambiamenti sembrerebbero quasi impossibili, invece… Invece, quando si mettono in campo la volontà, la tenacia, la perseveranza, l’obiettivo si spalancano porte, anzi portoni e si riscopre l’entusiasmo del bambino che è in noi. Con tali caratteristiche l’età diventa solo un dato anagrafico. La ricerca delle piccole cose la ritengo uno dei fattori più importanti per chi sviluppa un percorso di coaching. Si ritrovano le vecchie abitudini positive e si scartano quelle negative perché, come già anticipato, solo quelle ci interessano, è come riscoprire un nuovo modo di pensare e il riscoprirci nuove persone ci infonde vitalità e nuova linfa. Finiamo così per recuperare anche le nostre potenzialità che abbiamo sempre avuto, ma che, con il passare degli anni e con la vita che scorre veloce, ci siamo dimenticati di avere, le troveremo sotto una coltre di cose vecchie, appassite, arcaiche. Un agonista Over a quel punto diventa ostico, diventa un duro ostacolo per i giovani talenti perché sta riscoprendo se stesso, riscopre le emozioni, quelle emozioni che si trasformano in strumenti che serviranno a scardinare qualsiasi problema ci si pone davanti. Dalla parte degli Over poi arriva anche l’esperienza e i più talentuosi fanno veramente la differenza.
Cosa si evidenzia…
Personalmente cerco di essere sempre il più chiaro e coerente possibile, parlando del “coaching Over 50” non voglio illudere nessuno, non è da me, ma allo stesso tempo voglio mettere in risalto quanta strada si può ancora fare benché in testa i capelli bianchi comincino a “dividersi il territorio” con quelli neri. Se valutiamo l’arco della nostra vita e capiamo che cosa ci può trasmettere un’attività come il coaching, capiremo in maniera trasparente quante ripartenze possiamo ottenere attraverso la nostra volontà. Qualità fondamentale per tutti coloro che si avvicinano a questa disciplina, senza la volontà non si va da nessuna parte, nulla cade dall’alto e niente si trova per caso lungo la strada. Un piccolo esempio personale è il fatto che sono riuscito ad arrivare alla categoria Eccellenza nello skeet alla tenera età di 57 anni e dopo 4 anni che sparavo. Il mio percorso è stato una programmazione continua in termini di strategia, impegni, dinamiche, dove però alla base c’era una forte volontà di raggiungere un obiettivo specifico e nessuno mi ha regalato niente. L’evidenza è “evidente”, quando il volere diventa potere si raggiungono risultati eclatanti, soddisfacenti, inimmaginabili, questa è la forza degli strumenti che mi sono regalato lavorando su me stesso. E tu/voi che mi leggete, sicuramente puoi/potete fare meglio, perché la mia esperienza nel campo del tiro a volo antecedente il 2014 era uguale a zero. A questo punto è chiaro, se sei un Over 50 ti devi far conquistare dall’ottimismo e da una forte volontà di cambiamento, devi essere devoto a dei passaggi, a dei criteri che non possono essere considerati di seconda fascia, bensì fondamentali per la riuscita della tua crescita personale e per il raggiungimento del tuo obiettivo. L’unico vero avversario che abbiamo siamo noi stessi, se ci mettiamo dei paletti, se buttiamo delle ancore, se non crediamo in noi stessi non andremo da nessuna parte.
Conclusioni
Credo di aver risposto alle due domande iniziali con cui ho aperto questo articolo: il “coaching Over 50” è come avere un’ulteriore chiave d’accesso per aprire quella porta che ci sembrava impossibile da violare, la nostra unicità ci dà un valore assoluto. Buon coaching e pensa sempre da campione, grow!
Tratto da “Il coaching Over 50”, di Giorgio Fabris, Caccia & Tiro 08/2023.
Se valutiamo l’arco della nostra vita e capiamo che cosa ci può trasmettere un’attività come il coaching, capiremo in maniera trasparente quante ripartenze possiamo ottenere attraverso la nostra volontà.