Scrivo queste note tra un volo e un altro, nel corso di uno dei tanti viaggi che sto affrontando nel mio ruolo di massimo dirigente dell’Issf, e sebbene il mio itinerario si stia snodando in altri continenti e su rotte lontane da casa, il pensiero ed il cuore sono certamente rivolti alla mia amata Italia. E soprattutto pensiero e cuore sono rivolti a quella nostra meravigliosa comunità tiravolistica nazionale nei confronti della quale, ogni giorno e appunto in ogni luogo del pianeta, ricevo attestazioni di profonda stima e ammirazione. I serrati impegni internazionali non mi fanno dimenticare che appena poche settimane addietro sono intervenuto con grande piacere alla ormai tradizionale festa che la Delegazione del Veneto ha nuovamente organizzato per celebrare i propri campioni e le proprie campionesse. Ogni episodio di questo genere (e devo dire che anche altre Delegazioni regionali hanno organizzato e organizzano appuntamenti analoghi con identico successo) rappresenta per me una vitalissima esperienza che mi conforta pienamente nei principi e nei valori ai quali mi richiamo da sempre. Siamo una collettività (e quando uso il plurale intendo noi: le tiravoliste e i tiravolisti d’Italia) che vive con grande forza la propria condivisa passione per una pratica sportiva che, quasi magicamente, è, sì, attività agonistica individuale ma sollecita vigorosamente l’aggregazione. L’ho indicato altre volte, ma mi soffermo volentieri ancora sul concetto che ogni federazione sportiva è, per sua stessa tipologia istituzionale, un luogo ideale di riunione di persone e Sodalizi che condividono appunto la medesima passione sportiva. Ma nel caso della nostra Federazione (e certamente non me ne vorranno gli amici e colleghi delle altre istituzioni per questo atto di appena accennata presunzione), quel concetto appare ancora più inossidabile, nonostante che l’intuizione del presidentissimo Ettore Stacchini stia per tagliare il nastro dei suoi primi cento anni di attività. Ai nostri dirigenti territoriali, che compiono un quotidiano lodevole lavoro che si affianca a quell’impegno costante altrettanto gravoso che svolge la dirigenza delle nostre Società, lo ribadisco da sempre: il nostro patrimonio più prezioso è la coesione tra tutti i livelli della nostra collettività. E momenti di aggregazione come quello organizzato dalla Delegazione Fitav del Veneto a cui facevo riferimento (ma ripeto che ricevo sistematicamente la stessa impressione anche da episodi analoghi che si svolgono in tutte le altre aree del nostro Paese) rappresentano proprio il simbolo del nostro saper essere collettività. Non soltanto non possiamo permetterci di disperdere quel patrimonio di ideali e valori in un momento in cui il mondo sportivo italiano e mondiale affronta un’epoca di grandi trasformazioni, ma dobbiamo custodirlo con cura perché per la nostra cultura tiravolistica rappresenta un elemento fondante che negli anni futuri continuerà a costituire la nostra cifra distintiva permettendoci di avere con fierezza, pur in ogni angolo del mondo, la nostra Italia nel cuore.
“Linea di tiro”, di Luciano Rossi, Caccia & Tiro 03/2025.
Il presidente Luciano Rossi con il segretario Issf Alessandro Nicotra di San Giacomo, con Roberta Cocozza degli uffici Issf, con il delegato Fitav Veneto Adriano Lonardi e il consigliere federale Fabrizio Forti nel corso dell’incontro organizzato dalla Delegazione del Veneto – Foto Fitav