Nel momento in cui scrivo questa nota, ho appena tributato, sia personalmente che telefonicamente, le mie congratulazioni alle squadre che hanno conquistato titoli e medaglie al Campionato invernale delle Società di fossa olimpica. Ma ovviamente ho ancora negli occhi e nel cuore le tante suggestioni che ho avuto l’opportunità di sperimentare appena pochi giorni prima nel corso della 114a sessione del Comitato olimpico internazionale che in Grecia ha eletto la nuova presidente Kirsty Coventry. Qualcuno potrà perfino stupirsi, ma tra le due situazioni ho individuato numerosi punti di contatto. I miei lettori più affezionati ricorderanno che nel numero scorso ho dedicato questo mio intervento proprio alla solidità di quel sentimento collettivo che attribuisce coesione al nostro mondo tiravolistico italiano e anche alla profondità storica di quell’afflato che pone le sue radici proprio in quella volontà di aggregare le tante Associazioni italiane di tiro a volo che fu magistralmente espressa e realizzata quasi cento anni fa da Ettore Stacchini. È su questa base di valori che in ogni stagione celebriamo con immutato entusiasmo i confronti intersocietari che sono proprio l’emblema di uno sport che vive di genuina aggregazione e di piena condivisione dei valori olimpici. Ebbene, nel saluto e nelle congratulazioni che, nel mio ruolo di massimo dirigente dell’Issf, ho indirizzato alla presidente Coventry di fatto ho evidenziato la stessa situazione. Ovvero che a livello planetario la pratica del tiro affonda saldamente le sue radici nella storia olimpica – non dobbiamo infatti mai dimenticare che il barone De Coubertin era un valente tiratore – e che le nostre discipline, che hanno trasmesso per decenni i valori dell’olimpismo, sono pronte a continuare a svolgere a lungo quella missione. Alla presidente Coventry ho anche manifestato la mia consapevolezza della grande difficoltà di governare il movimento olimpico in un mondo che si trasforma con una rapidità che era certamente sconosciuta perfino ai nostri più prossimi predecessori. L’evoluzione vorticosa della tecnologia, per fare un esempio, ci costringe a un quotidiano confronto con i cambiamenti, ma in realtà il grande merito del movimento olimpico e del suo pensiero è stato proprio quello di rimanere attuale pur nelle grandi trasformazioni sia tecnologiche che sociali. E quando in parallelo guardiamo alla nostra storia tiravolistica italiana, vediamo che la nostra ormai quasi centenaria Federazione resta appunto un baluardo di valori saldi nonostante che appunto questi primi dieci decenni di storia l’abbiano costretta al confronto con situazioni grandemente diverse. Il titolo di questo mio intervento potrà forse suonare perfino un po’ goliardico, ma afferma alcune grandi verità che dobbiamo sempre considerare con attenzione. L’ideatore dei Giochi olimpici moderni – come ho ricordato prima – è stato un tiratore. Ed è stato, con molte altre menti dalla spiccata sensibilità sportiva, colui che ha fissato quei valori dell’olimpismo in cui, noi uomini e donne del tiro, ci riconosciamo da sempre a tutti i livelli della nostra attività agonistica. Avanti, dunque, in Italia e nel mondo, per continuare a promuovere i nostri princìpi sempre attuali. Con il barone Pierre De Coubertin: uno di noi.
“Linea di tiro”, di Luciano Rossi, Caccia & Tiro 04/2025.