A ROMA SI È DIALOGATO SUI “CUSTODI DELLA BIODIVERSITÀ”

Al Centro Congressi di Palazzo Rospigliosi a Roma, lo scorso 24 febbraio si sono incontrati, accomunati dal “comune denominatore” di “Custodi della biodiversità” – titolo dell’omonimo convegno – il presidente di Fondazione UNA Maurizio Zipponi, il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, il presidente Coldiretti Ettore Prandini, il presidente di Federparchi Giampiero Sammuri e il presidente di AB – Agrivenatoria Biodiversitalia Niccolò Sacchetti. I temi principali sui quali si sono indirizzati e concentrati i vari interventi hanno riguardato lo stato del territorio agrosilvopastorale italianole potenzialità per la tutela della biodiversità e la realizzazione di una filiera alimentare sostenibile. Con l’obiettivo di definire una nuova posizione per le aziende faunistico-venatorie in Italia, attraverso proposte di aggiornamento delle normative che regolano il settore per agire in maniera coordinata sulle cause che stanno portando alla riduzione della biodiversità che caratterizza il nostro Paese e alla ridotta produttività delle attività agricolo-faunistiche. A riguardo, si è così espresso Zipponi: “Il 14% del territorio agrosilvopastorale italiano è occupato da riserve; provate a immaginare se si potesse fare sistema e rendere questi territori delle vere oasi di biodiversità. Il Paese Italia avrebbe nuovi asset oltre le grandi città d’arte. È quello che noi come Fondazione UNA ci impegniamo a fare, far dialogare i diversi mondi per capitalizzare le nostre eccellenze, ed è per questo che salutiamo con favore la nascita di AB-Agrivenatoria Biodiversitalia”. Dal canto suo, Sacchetti ha illustrato al Ministro Lollobrigida le questioni cruciali per la sopravvivenza del settore agricolo-faunistico, tra cui la gestione della raccolta dei frutti spontanei (come tartufi, funghi, ecc.) resa possibile attribuendo ai titolari delle aziende di questo comparto i diritti e gli obblighi di gestione, cura e controllo imposti dalla normativa vigente agli imprenditori agricolo; favorire la fruizione dei servizi offerti dagli istituti faunistici anche attraverso lo sviluppo del turismo in molte regioni italiane e la qualificazione dell’attività faunistico-venatoria in coerenza con l’ordinamento europeo, tramite il riconoscimento di questa attività al pari di quella agricola. Nel suo intervento invece Prandini ha evidenziato come lo spopolamento di vaste aree del territorio italiano – parliamo di 800.000 ettari di campagna – attribuibile alla presenza in sovrannumero dei cinghiali – ha come conseguenza diretta l’esposizione di tali terreni, non più produttivi, al dissesto idrogeologico e all’erosine. “Senza dimenticare che è a rischio anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale”.


L’evento “Custodi della Biodiversità” ha visto tra i protagonisti anche il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida – Foto Fondazione UNA


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