VALLE D’AOSTA, A CACCIA TRA LE MONTAGNE

Prosegue il viaggio virtuale di “Caccia & Tiro” lungo il nostro Stivale. Questo mese abbiamo incontrato il presidente Federcaccia della Regione Valle d’Aosta, Carlo Cappellari – innamorato dei camosci – che fra Statuto speciale, emergenza Peste suina africana (Psa), problemi di convivenza con il lupo, ci spiega come funziona la caccia fra le montagne.

La Valle d’Aosta è una regione della Zona Alpi per eccellenza. Dal punto di vista faunistico-venatorio com’è la situazione?
È vero, la nostra regione è una di quelle della Zona Alpi per eccellenza. Godiamo di un grande patrimonio faunistico sia per quanto riguarda gli ungulati che per l’avifauna e i lagomorfi. Pratichiamo la caccia agli ungulati solo per selezione, cinghiale a parte. Quest’ultimo in qualche periodo può essere cacciato in braccata. Siamo specialisti, possiamo infatti scegliere fra tre carnet distinti: ungulati, avifauna e infine lagomorfi. Naturalmente possiamo prendere in considerazione una sola specialità”.

La presenza del cinghiale è sotto controllo? Per l’emergenza Peste suina africana che fa così paura nelle vicine Piemonte e Liguria (e non solo) sono stati presi dei provvedimenti?
Diciamo pure che la situazione cinghiale, per ora, non rappresenta particolari allarmismi. Non abbiamo infatti riscontrato animali contagiati dalla Psa. Naturalmente l’attenzione di tutti noi resta molto alta: ecco perché abbiamo limitato il numero di uscite in ‘vagante’, così abbiamo diminuito il numero dei cacciatori e quello dei cani in modo da non movimentare eccessivamente il cinghiale”.

Da un po’ di anni in Valle d’Aosta è tornato il lupo, la cui espansione inizia a preoccupare i cittadini di alcuni comuni come quello di Arvier. Ci può spiegare com’è la convivenza con questo grande predatore?
Vero. Da qualche anno è ricomparso il lupo e, forse, all’inizio la situazione è stata un po’ sottovalutata, ora è diventato un problema per la faunae soprattutto per il mondo agricolo e dell’allevamento. Riscontriamo alcuni casi di lupi ‘confidenti’, come quelli da voi citati del comune di Arvier. Diciamo tuttavia che gli incontri con questo grande predatore sono sempre più frequenti in tutti i comuni della Regione che, in qualità di Ente a Statuto speciale, si adopera in una severa azione di controllo e monitoraggio grazie al Corpo Forestale valdostano e nel rifondere i danni provocati. Quindi non ci resta che accettare questa convivenza, in attesa di ulteriori sviluppi”.

Com’è il rapporto con la Regione Valle d’Aosta?
Siamo in una regione a Statuto speciale, per cui i nostri cacciatori eleggono un Comitato di Gestione e il suo presidente che si occupano insieme di gestire i regolamenti e gli stessi cacciatori che sono distribuiti nelle 8 circoscrizioni nelle quali è suddiviso il nostro territorio. Noi incontriamo periodicamente rappresentanti della Regione per discutere del calendario venatorio della stagione in corso, che naturalmente è proposto dagli Uffici regionali per la Gestione della fauna e della flora. In seguito, in Consulta discutiamo tutti insieme: Comitato di Gestione venatoria regionale, rappresentanti della Regione fra cui, ovviamente, l’assessore delegato, il dirigente dell’Ufficio Fauna e di una rappresentanza degli Ambientalisti, tutto in presenza del Corpo Forestale”.

L’esistenza dello Statuto speciale è un vantaggio o uno svantaggio per i cacciatori?
Dal nostro punto di vista si può dire che questa situazione non rappresenti un vantaggio, anche perché la nostra legge regionale 64/94 non può prevaricare la legge nazionale 157/92. Quindi mi sento di dire: nessun vantaggio, ma neppure nessuno svantaggio”.

Quali sono i rapporti con le altre associazioni venatorie?
In Valle d’Aosta sono presenti 3 associazioni: Federcaccia, Enalcaccia e Arci Caccia. Noi rappresentiamo il 70% dei cacciatori, il restante si divide fra le altre due. E difficilmente ci incontriamo poiché esistono troppe differenze di pensiero”.

Che iniziative di gestione avete intrapreso in passato e quali sono attualmente in essere?
Purtroppo abbiamo poco spazio in tal senso, perché la legge regionale 64/94 stabilisce che la gestione della fauna selvatica è a carico dell’Ufficio regionale fauna”.

Spesso i cacciatori si distinguono per aiuti e per raccolte fondi a favore di associazioni benefiche.
La Federcaccia valdostana come si è mossa in tal senso?
Elencare tutte le nostre iniziative sarebbe molto lungo, a partire da quanto abbiamo fatto nel 2000, quando ci fu la grande alluvione che martoriò le nostre montagne. Arrivando ad oggi fra la pandemia e l’aiuto al popolo ucraino fuggito dalla guerra che ci tiene tutti con il fiato sospeso, possiamo dire che la nostra associazione è e sarà sempre presente”.


Tratto da “Valle d’Aosta, a caccia tra le montagne”, di Jacopo Foti, Caccia & Tiro 07/2022.


Carlo Cappellari, presidente Federcaccia Valle d’Aosta: “La nostra Regione è una di quelle della Zona Alpi per eccellenza. Godiamo di un grande patrimonio faunistico”.


Condividi l'articolo su: