Il mondo poliedrico e affascinante del tiro è un perfetto semisconosciuto. Ho specificato “semi” per due motivi ben precisi che cercherò di spiegare e sui quali mi auguro vivamente che si soffermi l’attenzione non tanto – e non solo – della pubblica opinione e degli organi di informazione, quanto, invece, di chi è chiamato a legiferare su una materia che, volenti o nolenti, siccome si pratica con le armi sportive (che per la Fidasc non sono solo da fuoco, sia subito ben chiaro) subisce inevitabilmente pressioni emotive spesso del tutto immotivate perché fuori luogo e fuori contesto. A rendere non del tutto sconosciuto lo sport del tiro, nel quale come vedremo converge e si identifica una serie numerosissima di specialità con infinite e significative variabili, c’è una periodica crescita di articoli e servizi televisivi che coincide per gran parte con i successi sotto il simbolo dei cinque cerchi, ma anche con quelli delle discipline non olimpiche che hanno pur sempre una caratura mondiale. L’altro motivo – stavolta negativo – per cui la vasta disciplina del tiro non è completamente sconosciuta, è la martellante e ossessiva campagna di allarmismo che nasce all’indomani di ogni episodio criminale commesso con le armi, specie negli Stati Uniti. Una campagna che denuncia una patologica e incontrollata diffusione di armi da guerra e da assalto che, però, non ha la benché minima attinenza con le severissime norme che regolano l’acquisto, la detenzione e l’uso delle armi nel nostro Paese. Passati i brevi giorni delle medaglie e degli inni e, oltre il lutto e lo sdegno per le stragi, le mille sfumature del tiro sono avvolte in una specie di nebbia mediatica che non aiuta a comprendere la vera essenza di uno sport che, oltre ad essere traboccante di emozioni, è anche una vera scuola di vita. Tanto per fare un esempio, per avvicinarsi a qualunque delle specialità del tiro federale: tiro a palla, tiro di campagna, tiro con l’arco, field target e paintball non bisogna essere dei supereroi. Basta essere dei supercittadini. E siccome non conta nemmeno l’età – visto che si può essere atleti anche Under 18 o Over 65 – bisogna essere super ragazzi e super ragazze che non si “strafanno” di alcol e intrugli vari fino alle sei del mattino se alle sette devono essere in pedana.
Pronti a misurarsi con se stessi prima ancora che con gli avversari che hanno attraversato l’Europa o gli oceani per gareggiare. Ecco, fra le mille sfumature del tiro c’è proprio questo aspetto educativo e formativo, questo sì totalmente sconosciuto, basato sulla responsabilità, sul rispetto e su uno stile di vita irreprensibile. Ma forse, e aggiungo purtroppo, solo in Italia manca questa consapevolezza che invece è ben radicata in quasi tutti i paesi civili del mondo. Nazioni dove questo sport è incentivato e non boicottato. Sempre per fare un esempio, l’associazione di tiro di Osterhaninge in Svezia ha organizzato una competizione internazionale il 22 e 23 aprile con le stesse discipline di tiro di campagna e tiro a palla che sono un po’ il fiore all’occhiello della Fidasc. In effetti, alcuni tiratori della squadra svedese che hanno partecipato all’ultima edizione italiana del Campionato mondiale di tiro, hanno apprezzato così tanto le nostre discipline da riproporle, con grande entusiasmo nella loro nazione. In quella occasione, i nostri delegati Cosimo Velella e Federico Cusimano hanno il compito di prendere contatti sia con la Federazione svedese che con gli atleti e le Federazioni internazionali che parteciperanno all’evento per creare una maggiore collaborazione al fine di diffondere sempre più il tiro di campagna e il tiro a palla a livello internazionale, anche in vista dell’organizzazione della 4a edizione del prossimo Mondiale di tiro. Ma lo stesso fervore e lo stesso entusiasmo si registrano, a livello internazionale, anche nel tiro con l’arco da caccia o nella specialità del field target, per non parlare della giovanile e dinamicissima specialità del paintball le cui dimostrazioni sono state apprezzatissime nel corso di Eos a Veronafiere. Nel silenzio quasi assordante dei nostri organi di informazione sportiva, l’attività del tiro cresce e si diffonde, specie nelle categorie Lady e Junior che, come dimostrano tutte le competizioni di alto livello, sono sempre più numerose e spesso anche con risultati pari o superiori a quelli della categoria Senior.
“A caccia di sport”, di Felice Buglione, Caccia & Tiro 05/2023.
Nel silenzio quasi assordante dei nostri organi di informazione sportiva, l’attività del tiro cresce e si diffonde, specie nelle categorie Lady e Junior che, come dimostrano tutte le competizioni di alto livello, sono sempre più numerose e spesso anche con risultati pari o superiori a quelli della categoria Senior.