QUANDO IL SUCCESSO DIVENTA UNA COLPA

Se si analizza il comportamento di certa politica attuale, pervasa da uno sfrenato delirio di rinnovamento ad ogni costo”, mi sono tornati in mente Tafazzi e il tafazzismo (vedi nota a margine). Di contro la logica, soprattutto quella prettamente sportiva, consiglierebbe di non cambiare la squadra che vince, decidendo di imboccare le famose strade nuove che perfino un antichissimo proverbio sconsigliava vivamente: Chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa sempre quello che lascia ma non sa mai quello che trova”. Eppure, nonostante lantico adagio popolare e la macchietta del Tafazzi, e nonostante lo sport italiano sia reduce da due quadrienni consecutivi di enormi e davvero inaspettate affermazioni in tantissime discipline, la politica continua a percuotersi le parti basse in nome di una modifica che a molti appare esagerata e immotivata, ai limiti dellautolesionismo. A dare manforte a questa specie di mania ci ha pensato ultimamente un quotidiano che non ha esitato a titolare, con toni da periodico scandalistico, La casta dei presidenti delle federazioni sportive è in rivolta: non vuole pagare le bollette”. Certo, i titoli, soprattutto quelli di taglio provocatorio, spesso sortiscono il loro voluto effetto, ma basterebbe mettere in moto un po’ di sana critica per rendersi conto che definire casta” un gruppo di appassionati sportivi che hanno fatto incetta di ori mondiali (olimpici e non olimpici) in sport poverissimi e brillantemente dilettantistici, dimostra scarsa conoscenza e rasenta loffesa. Infatti, qui non si tratta di voler sfruttare chissà quali privilegi, evitando di pagare affitti e bollette varie, bensì di garantire la sopravvivenza stessa proprio di quelle federazioni che fanno continui e quotidiani salti mortali per sopravvivere e fare attività sportiva, spesso di alto e altissimo livello mondiale. Ma anche per permettere a tantissimi giovani di fare il loro silenzioso e faticoso ingresso in un mondo sportivo dove se non hai sponsor, o se non vieni assunto dalle Forze armate, non hai davvero possibilità: non solo di conquistare qualche podio mondiale, ma neanche quella di praticare una disciplina sportiva a livello agonistico. E a farmi tornare in mente lautolesionismo del famoso Tafazzi, oltre la mole di complicazioni burocratiche e di paventati costi di ogni genere, c’è da aggiungere la spada di Damocle del rinnovamento delle cariche elettive con il cambiamento per la strada nuova lasciando quella vecchia” che pure tanti successi organizzativi e sportivi ha saputo raggiungere. Nota a margine: 1) per i più giovani: anni fa, Carlo Turati ideò un personaggio, Tafazzi – interpretato magistralmente da Giacomo Poretti, uno dei componenti del trio Aldo, Giovanni e Giacomo – che non solo diventò rapidamente famoso, ma addirittura il suo nome e la sua insolita e dolorosissima caratteristica autolesionistica di percuotersi violentemente le parti basse con una bottiglia di plastica – il tafazzismo – divennero così famosi da meritare lingresso in molti vocabolari e da diventare il simbolo stesso della politica autolesionista (parole di Veltroni, o meglio dellUnità di cui era direttore). Tafazzi e tafazzismo divennero ben presto il riferimento per antonomasia del comportamento masochistico utilizzato sempre più spesso in ambito giornalistico e soprattutto politico. 2) Per i più distratti: questo è il modesto” (e per alcuni, evidentemente insignificante) palmares mondiale conquistato dagli atleti Fidasc nellultimo ciclo olimpico: 62 ori; 47 argenti e 36 bronzi. Senza dimenticare che le Asd sono aumentate da 374 nel 2021 a 425 nel 2024.


“A caccia di sport”, di Felice Buglione, Caccia & Tiro 02/2025.


Per le federazioni sportive, oltre la mole di complicazioni burocratiche e di paventati costi di ogni genere, c’è da aggiungere la spada di Damocle del rinnovamento delle cariche elettive con il cambiamento per la strada nuova lasciando quella vecchia” che pure tanti successi organizzativi e sportivi ha saputo raggiungere – Foto Fidasc

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