Tra le molteplici attività che vedono protagonista l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, uno studio annuale sugli incidenti a caccia. L’ultimo in ordine di pubblicazione è quello che ha preso in esame il 2021 e che registra, confermandola ancora una volta, la tendenza a una graduale diminuzione di tutti gli indicatori “sotto osservazione”: decessi e ferimenti. Come accade ormai da diversi anni. A riguardo, solo alcuni dati: i ferimenti sono passati dai 63 registrati del 2017 ai 60 del 2019 e ai 54 del 2021. Per quanto riguarda invece le morti accertate, “filtrate” da indicatori come azioni illecite o intenzionali, malesseri, cadute accidentali, la ricerca universitaria ha evidenziato il fatto che dai 18 decessi segnalati nel 2017 si è via via passati ai 15 del 2019 e ai 13 del 2021. Nonostante questo calo degli infortuni, che testimonia come il fattore sicurezza sia al centro dell’attenzione di chi pratica la caccia a livello individuale e in forma collettiva, bisogna mirare – sostengono le Associazioni del mondo venatorio (tutte le varie “sigle” riconosciute) – a “zero infortuni e zero decessi”. E proprio in questa direzione si concentreranno massimamente gli sforzi e le energie per sensibilizzare, formare e informare i praticanti: la conditio sine qua non infatti è garantire la massima vigilanza sulla propria incolumità e su quella degli altri.
Tutto il mondo venatorio continuerò a profondere il massimo impegno -informando, formando e sensibilizzando i praticanti – perché a caccia venga garantita la massima tutela per la propria incolumità e per quella degli altri.