Da una recente “condivisione” sui vari media tematici dell’ultima indagine condotta dall’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” sugli incidenti che possono verificarsi durante la caccia, emergono per il settimo anno consecutivo dati che fanno davvero ben sperare di raggiungere l’agognato “obiettivo zero”. La “Relazione sulla rilevazione delle vittime dell’attività venatoria”, evidenzia come una pratica responsabile, tema sul quale le Associazioni che fanno parte della Cabina di Regia del mondo venatorio hanno da tempo incentrato grandi e costanti campagne di sensibilizzazione, stia sortendo i suoi frutti: gli incidenti sono infatti sempre più in diminuzione. Ad essere presi in considerazione sono stati solo i casi avvenuti nel corso di attività venatoria lecita e corretta, sono state pertanto escluse dalla ricerca tutte quelle pratiche scorrette “come bracconaggio e atti di violenza intenzionale, che la Cabina di Regia denuncia in quanto attività illegali, e altre cause non facilmente prevedibili come malori, cadute e incidenti avvenuti in natura”. Entrando ancora più nel merito, analizzando l’arco temporale più recente – 1° settembre 2023-31 gennaio 2024 – si registrano un totale di 55 incidenti (pari a un 4,34% in meno rispetto alla precedente stagione venatoria) e purtroppo ancora 5 vittime (lo scorso anno erano state 13). Mentre dallo studio dell’anno 2023 nel suo complesso, gli incidenti mortali sono stati 8 rispetto agli 11 del 2022: nel lungo periodo questa diminuzione risulta quindi più significativa “perché costante ogni anno”.
La “Relazione sulla rilevazione delle vittime dell’attività venatoria”, divulgata di recente e curata dall’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”, evidenzia come negli ultimi il trend degli incidenti avvenuti a caccia sia in costante diminuzione. Dati incoraggianti, secondo la Cabina di Regia delle Associazioni venatorie.
