Proprio in queste ultime settimane, nel corso di alcune interviste che ho rilasciato ad organi di informazione generalista che si rivolgono dunque di regola a un pubblico sostanzialmente digiuno di tiro a volo, mi è stato chiesto di spiegare che cosa ha rappresentato la Coppa del mondo di Lonato. È curioso che per noi, comunemente inclusi nella categoria degli addetti ai lavori, definire in breve, semplicemente mediante alcune cifre, il connotato generale di un evento come quello del Concaverde rappresenti una sorta di “normalità”. Insisto sulle virgolette che ho attribuito a questo termine. Perché quello che noi, per praticità, definiamo connotato normale dell’evento in questione, si sintetizza in realtà nella partecipazione di più di 500 tra atlete e atleti in rappresentanza di oltre 70 nazioni in un contesto agonistico che produce uno spettacolo sportivo che l’azienda televisiva di Stato diffonde con delle dirette che raggiungono decine di migliaia di telespettatori.
Nelle interviste che ho rilasciato ho dunque posto l’accento sul fatto che quella che la terminologia sportiva definisce semplicemente come una delle prove del circuito Issf della stagione costituisce in effetti l’episodio clou del calendario che in alcuni anni, per il livello di partecipazione degli atleti e per il coinvolgimento delle Federazioni nazionali di tiro, ha oscurato perfino anche l’appuntamento iridato. Tutto questo agli occhi del mondo esterno, ovvero di quel mondo dell’opinione pubblica e dell’informazione generalista che non intrattiene una frequentazione assidua e quotidiana con il tiro a volo, rappresenta un dato di assoluta eccezionalità e non deve meravigliare se quelle cifre in cui ho voluto sintetizzare l’evento World Cup sono osservate con attenzione, con rispetto e con ammirazione. Del resto, al modello Italia – e quindi al modello Fitav nello specifico – il resto del mondo indirizza da sempre uno sguardo particolarmente positivo: quel modello organizzativo nonché tecnico-agonistico che l’Italia del tiro a volo ha saputo proporre è universalmente considerato un’eccellenza.
Di nuovo in alcune dichiarazioni che ho rilasciato all’indomani della prova di Coppa del mondo di Lonato ho voluto evidenziare l’assoluta novità dell’iniziativa di Casa Fitav: uno spazio che abbiamo inaugurato proprio con l’episodio del Concaverde e che sarà destinato a caratterizzare tutti i grandi eventi della stagione tiravolistica nel nostro Paese. Nei locali di Casa Fitav abbiamo ospitato il presidente del Coni Giovanni Malagò che ci ha onorato della sua presenza nel corso della World Cup e ancora in quello spazio abbiamo celebrato una riunione del Consiglio federale e numerosi incontri con personalità di spicco che hanno voluto essere presenti alle fasi finali delle gare al Concaverde. Questo sintetico quadro che ho voluto fornire in questo intervento dice insomma di una sostanziale eccezionalità di iniziative, di eventi e della stessa portata di quelli che probabilmente troppo spesso all’interno del nostro mondo leggiamo come consuetudine, ma che riceve ammirazione e produce perfino legittima sorpresa in coloro che osservano il nosto ambiente dall’esterno. Ne deriva che dovremmo essere invece noi per primi a esaltare e a promuovere quella consueta eccezionalità che siamo in grado di presentare e di cui dobbiamo sentirci in ogni momento orgogliosi.
“Linea di tiro”, di Luciano Rossi, Caccia & Tiro 06/2022.
Giovanni Malagò e Luciano Rossi sul centrale del Concaverde durante lo svolgimento della Coppa del mondo.