Potrei appellarmi semplicemente ad alcuni numeri che descrivono la portata dell’edizione 2023 della Coppa del mondo di Lonato: e sicuramente non dovrei aggiungere altro per risultare accurato ed efficace. La tappa italiana del circuito Issf di questa stagione ha ospitato infatti più di 500 tra atlete e atleti in rappresentanza di 80 nazioni. Non sono peraltro cifre dissimili da quelle che hanno caratterizzato gli analoghi appuntamenti al Concaverde nelle scorse stagioni dell’ultimo quindicennio. Sono le cifre che indicano quanto una competizione di tiro a volo di grande portata sul suolo italiano eserciti sempre il suo enorme richiamo su di una immensa platea di appassionati di ogni angolo del mondo. È la prova nitida che l’Italia tiravolistica nel corso degli anni ha saputo diffondere di sé un’immagine che consiste in un considerevole patrimonio di stima, di ammirazione, di credibilità. Tutte prerogative – mi piace sottolineare – che non si costruiscono in un attimo, ma che richiedono invece perseveranza e applicazione esercitate nel tempo. Se l’Italia del tiro a volo è guardata oggi come un modello da imitare in tema di organizzazione e gestione degli eventi e sotto il profilo della preparazione tecnico-atletica dopo che l’eccellenza in ambito industriale nel nostro specifico settore e il primato agonistico dei nostri talenti erano già stati un motivo di vanto, come è ben noto, addirittura da molti decenni, questo avviene appunto perché, con il contributo di tutti, la Federazione italiana tiro a volo ha saputo trasmettere all’esterno un solido senso di affidabilità. È la nostra impronta culturale nel mondo sportivo: una sigla la cui valenza ci è riconosciuta sistematicamente anche dal Comitato olimpico nazionale italiano che ci indica da sempre come una Federazione e un movimento sportivo di grande rilevanza nell’ottica di ogni appuntamento a cinque cerchi. E a proposito di orizzonte olimpico, proprio mentre traccio queste note che state leggendo, sono passate appena poche settimane dalla conquista di 3 importantissime carte olimpiche da parte di Jessica Rossi, Martina Bartolomei e Mauro De Filippis agli EuroGames di Cracovia. Si tratta di un altro significativo traguardo che il nostro sport ha conseguito sulla strada, peraltro impervia in senso agonistico, di Parigi 2024. Ed è la rinnovata dimostrazione che la nostra impronta culturale italiana che abbiamo idealmente impresso sul terreno dell’attività sportiva mondiale, nel senso più ampio del termine, è un processo che parte da lontano, è in grado di saldarsi sempre con le istanze e le esigenze del tempo presente, e getta poi lo sguardo in avanti: agli impegni del domani, alle sfide del futuro.
“Linea di tiro”, di Luciano Rossi, Caccia & Tiro 08/2023.
Il parterre delle autorità a Lonato nel corso delle finali alla World Cup 2023. La tappa italiana del circuito Issf di questa stagione ha ospitato più di 500 tra atlete e atleti in rappresentanza di 80 nazioni.