Fondazione Una ha pubblicato qualche tempo fa un interessante articolo sulle zoonosi che possono essere trasmesse all’uomo dalla fauna selvatica e su quali sono le buone prassi da attuare per campagne di prevenzione efficaci. In base alla definizione data dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), le zoonosi sono: “sono infezioni o malattie che possono essere trasmesse direttamente o indirettamente tra gli animali e l’uomo”. Si propagano con maggiore frequenza tramite il contatto con capi selvatici infetti oppure consumando cibo contaminato e a diffonderle sono l’agente patogeno, il cosiddetto vettore e l’animale su cui tale vettore si nutre. Tra i vettori vengono individuate ad esempio le zecche e le zanzare, da cui ci si può proteggere in maniera adeguata seguendo una serie di buone pratiche. Mentre altri tipi di zoonosi, talvolta non visibili ad occhio nudo, necessitano di un’attenzione ben più specifica, oltre ad analisi di laboratorio. Come nel caso della Trichinellosi che viene diffusa da un patogeno presente soprattutto nei muscoli di specie come i cinghiali… Come non ricordare poi le infezioni che possono essere causate dalle salmonelle o da batteri che appartengono al genere Campylobacter? Ne sanno qualcosa i cacciatori, maggiormente a contatto con le carcasse dei selvatici e proprio per questo motivo devono seguire una serie di protocolli particolari…
Come difendersi dalle zoonosi che la fauna selvatica può trasmettere all’uomo? Ne parla Fondazione Una in un interessante articolo.