Viviamo in un mondo in cui le notizie vengono strumentalizzate, ad arte, con il fine di agevolare un messaggio rispetto ad un altro, di manipolare l’opinione pubblica, di orientare consenso e dissenso. Ciò a cui oggi assistiamo rappresenta l’espressione di una vera e propria arte della manipolazione. Quando a far uso di tali, affilati strumenti, è un’associazione o un mezzo di informazione privato, la cosa è riprovevole, ma quando a farlo è il servizio pubblico ci troviamo di fronte ad un fatto molto grave, soprattutto nel caso di una manipolazione diretta contro una categoria di cittadini che operano nel rispetto della legge e che da tempo cercano di infrangere, a fatica ma sempre di più, il muro di pregiudizi che è stato loro costruito attorno. Ha suscitato indignazione da parte del mondo venatorio e politico, e a ragione, quanto accaduto nel corso della trasmissione Sapiens andata in onda lo corso 11 giugno su Rai 3, durante la quale il conduttore Mario Tozzi ha dato vita ad un mix “perfetto” di accostamenti semantici inappropriati, conditi da dati e sondaggi di cui non è stata citata la fonte, a discapito della reputazione dei cacciatori. L’intento della trasmissione era nobile.
La location era il Parco del Gran Paradiso, che quest’anno festeggia i suoi 100 anni. Tozzi inizia con un’introduzione molto suggestiva: “Vale la pena di chiedersi oggi all’inizio del terzo millennio che ruolo abbia ancora il mondo naturale rispetto al mondo artificiale che i Sapiens stanno costruendo, se c’è ancora un modo e come possiamo conservarlo”. Poi il conduttore inizia a citare le minacce al modo naturale: perdita di habitat, deforestazione, inquinamento, cambiamento climatico, commercio illegale delle specie esotiche, bracconaggio… e caccia. Si continua così, affiancando bracconaggio e caccia, prelievo venatorio a crimine, rischio di estinzione con gestione della fauna. Ad un certo punto della trasmissione Tozzi spiega che in natura soltanto l’Homo Sapiens ha il 100% di possibilità di successo durante la caccia e che questo provoca un grande stress dal punto di vista ecologico, “nessun ecosistema – dice – può reggere a una pressione di questo tipo”, ignorando completamente che il prelievo venatorio è consentito in base a censimenti, studi, valutazioni e direttive da parte degli Istituti preposti, nazionali ed internazionali, ignorando che se il prelievo venatorio causasse stress all’ecosistema non verrebbe consentito, ma anche che la stessa assenza di prelievo venatorio potrebbe invece causare grossi squilibri all’ecosistema, per l’eccessiva prevalenza di una specie rispetto ad un’altra, o perché una specie in eccesso può distruggere l’habitat di altre specie.
Vengono citati eventi assolutamente catastrofici, come lo scongelamento delle calotte polari, l’innalzamento delle temperature, l’inquinamento per poi concludere “Ma l’Homo Sapiens non è contento di questo e vuole anche sterminare gli animali”, secondo le regole della miglior demagogia dell’estremismo animalista nostrano. Può sembrare che stiamo facendo un’inutile disamina di una trasmissione televisiva, ma è interessante capire come vengano continuamente e ad arte confusi i piani e forzati i concetti. Come quando il conduttore della trasmissione snocciola i dati di alcuni sondaggi, senza citarne la provenienza, in cui sembrerebbe che la stragrande maggioranza degli italiani sia contraria alla caccia, poi dice anche che, d’altronde, gli italiani si sono espressi tramite referendum dichiarando la loro contrarietà alla caccia, citando come fosse un fatto secondario – e non fondamentale come invece è – che non è stato raggiunto il quorum. Si va avanti così, tra accostamenti cacciatore – bracconiere, improbabili cifre di stermini faunistici di massa, mistificazioni…
Il danno è fatto, un grosso danno di immagine, perché Sapiens è una trasmissione molto seguita, considerata autorevole ed è andata in onda su una rete nazionale e pubblica. Come rimediare ora? Un’idea chiara ce l’ha il mondo venatorio che in un comunicato in cui denuncia l’accaduto, a firma della Cabina di regia unitaria del mondo venatorio (Federazione italiana della caccia, Associazione nazionale libera caccia, Enalcaccia, Arcicaccia, AnuuMigratoristi, Italcaccia e Cncn – Comitato nazionale caccia e natura), ha chiesto di “attuare una comunicazione riparatrice e di intervenire fermamente e tempestivamente per richiamare gli operatori del settore al rigoroso rispetto del codice etico a cui rispondono e per evitare il ripetersi dei casi segnalati, che potrebbero costringere le scriventi Associazioni a perseguire responsabilità omissive o commissive nelle competenti sedi; si chiede altresì di dare adeguato spazio nella programmazione anche alla rappresentazione delle posizioni e del punto di vista del mondo venatorio al fine di eliminare il grave danno prodotto o il ripetersi dello stesso”.
È stata anche presentata e depositata (primi firmatari i membri della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi Bergesio, Coin, Fusco, Maccanti, Pergreffi e Tarantino, cui si sono aggiunti gli onorevoli Bruzzone, Golinelli e Patelli) una richiesta rivolta alla società concessionaria per il servizio Pubblico radiotelevisivo, la Rai, per sapere se la Dirigenza della stessa sia al corrente di quanto avvenuto in occasione della trasmissione Sapiens su Rai 3 dello scorso 11 giugno e se ritenga a suo giudizio “compatibile questo modo fuorviante di fare comunicazione con le responsabilitàe i compiti del servizio pubblico”.
Vedremo ora se rimostranze, comunicati e interrogazioni porteranno a qualche risultato e all’apertura di uno spiraglio di comunicazione più scientifica e meno viziata da pregiudizi.
“Primo piano”, di Valeria Bellagamba, Caccia & Tiro 07/2022.
Nel corso della trasmissione Sapiens un solo pianenta, andata in onda lo corso 11 giugno su Rai 3, il conduttore Mario Tozzi ha dato vita ad un mix “perfetto” di accostamenti semantici inappropriati, conditi da dati e sondaggi di cui non è stata citata la fonte, a discapito della reputazione dei cacciatori.