LA GRANDE FAMIGLIA DEL TIRO A VOLO

Se siete lettori assidui dei miei interventi in queste pagine, ricorderete allora che proprio il mese scorso ho accennato alla costante e incisiva presenza delle atlete e degli atleti dell’Italia del tiro a volo nelle principali manifestazioni internazionali. E poiché allora scrivevo le mie considerazioni alla vigilia del Campionato del mondo e, in assenza di quelli che simpaticamente avevo definito superpoteri, non ero certamente in grado di anticipare il responso del confronto planetario che allora aveva appena preso il via in Croazia, scrissi appunto che con il conforto del responso di quella gara avremmo potuto formulare anche altri commenti. Quel responso lo conoscete e in realtà non ha fatto che confermare quello che sostenevo: ovvero, appunto, che non c’è evento agonistico rilevante del calendario internazionale stagionale del tiro a volo che non veda al vertice le nostre e i nostri rappresentanti. È un concetto che ho voluto ulteriormente ribadire, proprio alla presenza di Diana Bacosi, fresca della conquista del titolo iridato e della carta olimpica a Osijek, alla cerimonia conclusiva della gara della Struttura federale. Nel consueto appuntamento di Roma ci siamo ritrovati ancora una volta in tanti: più di 300 dirigenti societari e territoriali che hanno voluto celebrare con il Consiglio federale e con il personale della Federazione un evento ormai tradizionale che il tempo non ha mai scalfito. Già, perché per appuntamenti di questo genere di solito si scomodano definizioni molto solenni e anche molto asettiche come “momento di aggregazione”: che magari altrove risultano essere un auspicio piuttosto che una descrizione reale.

Invece nel nostro caso la ritualità della gara della Struttura federale negli anni ha consolidato l’orgoglio di appartenenza alla scuderia della Federazione italiana tiro a volo. Anzi, direi che, mai come in questa più recente edizione, abbiamo assaporato il piacere autentico di stare insieme e di confrontarci proficuamente sui grandi temi e abbiamo dato concretezza alla volontà collettiva di ricordare un uomo e un dirigente federale stimato come Fabio Fortuni a cui appunto uno dei segmenti dell’appuntamento romano è dedicato. Accade spesso, e non solo nello sport, che gli eventi importanti siano proprio quelli di cui non si declama a gran voce la portata. La nostra gara della nostra Struttura federale – e la ripetizione del possessivo è tutt’altro che involontaria, a voler ribadire quanto l’evento ci appartenga per le sue caratteristiche specifiche – rappresenta proprio questo. All’avvocata Francesca Macioce, che era con tutti noi al Tav Roma – graditissima rappresentante del Comitato olimpico nazionale italiano – ho proprio manifestato pubblicamente questa nostra volontà di trasmettere un messaggio verso tutto il mondo sportivo: ed è un messaggio che ha il suo fulcro nel nostro piacere di essere Federazione, di manifestare le nostre specificità agonistiche, di contribuire con i successi delle nostre atlete e dei nostri atleti al prestigio del Coni stesso, di essere infine parte, con grande orgoglio, del movimento sportivo italiano che sa fare scuola nel mondo. E l’ovazione che la grande famiglia del tiro a volo italiano, nella cerimonia conclusiva al Tav Roma, ha voluto tributare alla nostra Diana Bacosi (un sogno dell’Italia, della Federazione e del nostro Comitato olimpico: l’ho indicata nel mio intervento) è il sintomo più chiaro di quanto quelle prerogative siano condivise e di quanto sia forte la volontà di tutti noi di procedere con convinzione su quella strada.


“Linea di tiro”, di Luciano Rossi, Caccia & Tiro 11/2022.


Il presidente Fitav e Diana Bacosi alla cerimonia di chiusura della gara della Struttura federale.


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