Dopo lunghe decadi che ne avevano sancito la definitiva scomparsa dall’isola, l’Aquila del Bonelli (in sardo: s’abilastru) è tornata a volteggiare sui cieli della Sardegna. Una reintroduzione resa possibile grazie alla piena operativtà del Progetto europeo Aquila-A-Life iniziato nel 2018, che ha permesso il rilascio in natura di 33 esemplari. Rilascio che non è stato purtroppo esente da “incidenti di percorso”, dato che 11 di questa trentina o poco più di soggetti non sono riusciti a sopravvivere e di altri 9 sono andati persi i segnali satellitari emessi dal GPS (anche se di 2 si ha la certezza che siano ancora vivi perché sono stati avvistati più volte). Il monitoraggio di queste Aquile del Bonelli (devono il loro nome comune al famoso ornitologo Franco Andrea Bonelli) è stato compiuto tramite appunto l’impiego di sofisticati trasmettitori satellitari che hanno agevolato la conoscenza sulle loro abitudini e sul loro comportamento, aumentando così di fatto la mole di informazioni sulla biologia ed ecologia della specie. La ricerca si è avvalsa della collaborazione “a più mani” dell’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale (ISPRA), dell’Agenzia Regionale Forestas, della Onlus spagnola GREFA, del CFVA (Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della Regione Sardegna) e di E-Distribuzione. Ci si domanderà a questo punto come mai nel novero delle realtà che hanno contribuito e stanno contribuendo al proseguimento del progetto, rientri anche una società elettrica. L’arcano è presto svelato: nelle zone dove è maggiore il pericolo di morire per “elettrolocuzione”, sia per i rapaci che per altre specie, si è cercato di ridurre il più possibile tale rischio grazie all’applicazione di migliorie e ulteriori messe in sicurezza delle linee.
Dal 2018 ad oggi, il Progetto europeo Aquila-A-Life di reintroduzione in Sardegna dell’Aquila del Bonelli ha completato il rilascio in natura di 33 esemplari – Foto Agenzia Regionale Forestas