Il nostro Paese ha un nuovo Governo. Nel momento in cui scriviamo la neo premier Giorgia Meloni si appresta a chiedere la fiducia in Senato, dopo aver incassato quella della Camera e, prima, aver prestato giuramento assieme ai ministri nelle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La squadra dell’esecutivo è stata stabilita e il programma delineato in campagna elettorale è stato ribadito durante le dichiarazioni programmatiche del Governo rese alla Camera dei Deputati dal Presidente Meloni. Tanti i temi affrontati e i propositi del nuovo esecutivo, le cui decisioni influiranno anche su tutte quelle attività che riguardano il territorio agro-silvo-pastorale, caccia compresa. Vedremo come saranno declinate idee e programmi, per il momento fa ben sperare quanto dichiarato dal Presidente del Consiglio durante il suo intervento: “Come ebbe a scrivere Roger Scruton, uno dei più grandi maestri del pensiero conservatore europeo, ‘l’ecologia è l’esempio più vivo dell’alleanza tra chi c’è, chi c’è stato e chi verrà dopo di noi’. Proteggere il nostro patrimonio naturale ci impegna esattamente, come la tutela del patrimonio di cultura, tradizioni e spiritualità, che abbiamo ereditato dai nostri padri perché lo potessimo trasmettere ai nostri figli. Non c’è un ecologista più convinto di un conservatore; ma quello che ci distingue da certo ambientalismo ideologico è che noi vogliamo difendere la natura con l’uomo dentro, coniugando sostenibilità ambientale, economica e sociale. Accompagnare le imprese e i cittadini verso la transizione verde, senza consegnarci a nuove dipendenze strategiche e rispettando il principio di neutralità tecnologica: sarà questo il nostro approccio”.
Un tema, questo, spesso stigmatizzato dal mondo venatorio, che da sempre si oppone a un tipo di ambientalismo ideologizzato, basato più su dogmi che su un approccio pragmatico e scientifico. Che il capo del Governo dica che vuole difendere “la natura con l’uomo dentro” rappresenta certamente una novità rispetto a quanto abbiamo sentito negli ultimi anni e fa forse presagire un atteggiamento più lucido anche nei confronti della caccia. Chiaramente solo i fatti potranno dire se queste parole troveranno riscontro nelle azioni che verranno intraprese, ma è comunque importante sottolineare quello che potremmo definire un cambiamento di prospettiva. Registriamo anche un altro dato positivo: il Manifesto a difesa della caccia e della cultura rurale stilato dalle associazioni venatorie riconosciute e dal Cncn, riuniti nella Cabina di regia venatoria, è stato sottoscritto da 89 candidati e di questi sono risultati eletti 46 (29 alla Camera e 17 al Senato). Si tratta, come commentano dalla Cabina di regia, “di un dato sicuramente importante, vista la minor composizione numerica del nuovo Parlamento”.
Molto di ciò che accadrà dipenderà anche dai ministri con i quali si interfaccerà principalmente il mondo venatorio, vale a dire quello dell’agricoltura e dell’ambiente, rispettivamente denominati Ministero dell’agricoltura e della sovranità alimentare, presieduto da Francesco Lollobrigida (FdI), e Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, presieduto da Gilberto Pichetto Fratin (Fi). Da sottolineare che, pur non avendo sottoscritto il Manifesto a difesa dell’attività venatoria della Cabina di regia, entrambi i nuovi ministri non hanno mai avuto, durante la loro storia politica, atteggiamenti di pregiudizio nei confronti della caccia. Che il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali sia stato trasformato in Ministero dell’agricoltura e della sovranità alimentare lascia intendere che l’accento si pone sulla tutela dell’agricoltura italiana, nella quale il ruolo dei cacciatori è prioritario in termini di contenimento dei danni da fauna e monitoraggio di epidemie come quella della Psa.
Si auspica quindi che il Ministero veda proprio nei cacciatori degli alleati nella salvaguardia delle attività agricole e zootecniche. Stesso dicasi del Ministero della transizione ecologica divenuto Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica: l’asse si sposta dalla transizione ecologica all’approvvigionamento energetico, a salvaguardia, anche in questo caso, delle attività produttive e della domanda energetica dei cittadini. Il Governo è ai nastri di partenza e per ora è possibile solo fare delle riflessioni con i pochi elementi che abbiamo. La strada tracciata è sicuramente la più complessa da scegliere, quella di armonizzare esigenze contrapposte, perché è chiaro come oggi non si possa né trascurare le emergenze economiche, né trascurare quelle ambientali, come è altrettanto chiaro che senza un sano tessuto economico non è possibile investire a lungo termine nella salvaguardia della natura e nella transizione ecologica. Non ci resta che attendere gli sviluppi e ci associamo a quanto augurato al nuovo Governo dal presidente di Federcaccia, Massimo Buconi: “Esprimo a nome mio e di tutta la Federazione che rappresento un sincero augurio di buon lavoro al nuovo Presidente del Consiglio, on. Giorgia Meloni, a tutti i nuovi ministri, alla squadra di Governo e al Parlamento, nell’interesse del Paese e, lo dico senza infingimenti, della caccia”, rivolgendo uno speciale “In bocca al lupo” ai neo ministri dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin e dell’Agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida. Il presidente Fidc ha anche auspicato da parte del nuovo Governo e in particolare dei nuovi ministri non un occhio di riguardo, ma “posizioni laiche e oggettive, lontane da certe ‘guide’ ideologiche che hanno purtroppo sempre condizionato i temi di gestione faunistica e ambientale in Italia, per un confronto serio, costruttivo e utile alla società sui temi propri della nostra Associazione e del ruolo della caccia e dei cacciatori”.
“Primo piano”, di Valeria Bellagamba, Caccia & Tiro 11/2022.
La squadra dell’esecutivo è stata stabilita e il programma delineato in campagna elettorale è stato ribadito durante le dichiarazioni programmatiche del Governo rese alla Camera dei Deputati dal Presidente Meloni – Foto Federcaccia