FLORA, FAUNA E FINANZA

Ogni anno, il 3 marzo, ricorre la Giornata mondiale della fauna e flora selvatiche (World Wildlife Day), per ricordare la loro importanza e sostenerne la salvaguardia. Questanno la Giornata, promossa, tra gli altri, dalle Nazioni Unite e dalla Convenzione Cites, veniva celebrata col tema Finanza per la conservazione della fauna selvatica: investire nelle persone e nel pianeta”, per esplorare, si legge sul sito dedicato (wildlifeday.org) come possiamo lavorare insieme per finanziare la conservazione della fauna selvatica in modo più efficace e sostenibile e costruire un futuro resiliente sia per le persone che per il pianeta. Gli animali e le piante selvatiche, dalle steppe degli altopiani alle barriere coralline, sono intrinseci allintricata rete della vita sulla terra. Sostengono gli ecosistemi, regolano i processi naturali e supportano la biodiversità, fornendo servizi essenziali che sostengono i mezzi di sussistenza umani e contribuiscono al raggiungimento dei nostri obiettivi di sviluppo sostenibile”. A raccontare dellimportanza di fauna e flora selvatiche ci sono anche i numeri: le foreste da sole ospitano 60.000 specie di alberi, l80 percento delle specie di anfibi e il 75 percento delle specie di uccelli, supportando oltre 1,6 miliardi di persone con capitale naturale sotto forma di cibo, medicine e reddito. Sono oltre un milione le specie stimate a rischio di estinzione. In questa congiuntura storica, sottolineano i promotori della Giornata, la finanza innovativa per la conservazione di flora e fauna selvatica è di estrema urgenza, anche perché si stima che oltre la metà del Pil mondiale dipende dalla natura e gli attuali flussi finanziari non sarebbero sufficienti per consentire ai governi di raggiungere gli obiettivi nazionali sulla biodiversità: sono 143 i miliardi di dollari investiti annualmente nella conservazione della biodiversità, la cifra necessaria stimata sarebbe invece di 824 miliardi di dollari.

Sappiamo quanto il tema della salvaguardia della vita selvatica, che si tratti di fauna o di flora, stia a cuore ai cacciatori. Proprio nella natura praticano la loro passione e operano costantemente per salvaguardare gli habitat e lequilibrio faunistico. In un comunicato sul World Wildlife Day lUfficio Studi e Ricerche Faunistiche e Agro-Ambientali di Federcaccia ha affermato che solo con investimenti importantiè possibile salvare le specie dal declino e dallestinzione e conservare correttamente gli animali selvatici. Unesigenza impellente anche per lItalia, dove la fauna selvatica è proprietà dello Stato. Un concetto nobile, – puntualizza lUfficio – ma che richiede senza dubbio maggior impiego di risorse economiche per la sua gestione e conservazione da parte dello stesso proprietario. Non sono più rimandabili investimenti per migliorare le sorti di molti uccelli legati agli ecosistemi agrari, così come per la gestione di aree umide e montane dove la crescita incontrollata di vegetazione e bosco non gestito causano un impoverimento delle specie presenti”. Nel comunicato si sottolinea anche come sia urgente una legge sul consumo di suolo, che metta un freno allespansione di infrastrutture sui terreni agricoli o naturali, anchessa causa di declino per molte specie di fauna selvatica. Federcaccia – conclude lUfficio Studi – è pronta alla collaborazione con le Istituzioni a tutti i livelli, potendo contare su migliaia di cacciatori-conservatori presenti sul territorio che già attuano e sono in grado di incrementare la conservazione delle specie, intervenendo in primo luogo sugli habitat naturali. Un impegno quotidiano, costante e a costo 0 per la società”. Anche la Cop 16 dello scorso febbraio, tenutasi a Roma presso la sede della Fao, ha avuto come tema principale le strategie per finanziare la salvaguardia della biodiversità, ma gli obiettivi fissati sono ben lontani dagli 824 milioni di dollari stimati come necessari. C’è infine un altro tema, quello legato a come vengono utilizzate le risorse: quali gli attori coinvolti, quali le specie oggetto di intervento, quale la visione complessiva del contesto in cui si opera. Non sempre questi interventi guardano allequilibrio generale di un determinato habitat e non sempre nellintervenire su una singola specie si tiene conto delle conseguenze su altre. Alcune, anche tra le più minacciate, sembrano inoltre risultare invisibili” allattenzione di chi avrebbe i mezzi e gli strumenti per salvaguardarle. Ma questa è unaltra storia, e la racconteremo la prossima volta.


“Primo piano”, di Valeria Bellagamba, Caccia & Tiro 04/2025.


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