CONSERVAZIONE DELLA FAUNA SELVATICA: LE AZIONI DEL MONDO VENATORIO

Ieri, domenica 3 marzo, si è celebrato il World Wildlife Day (WWD), ovvero la Giornata mondiale della fauna selvatica, voluta dalle Nazioni Unite nel 2013 per valorizzare l’importanza della conservazione della biodiversità sia animale che vegetale. In modo tale che le generazioni future possano goderne. Le risorse naturali, però, per essere tutelate, devono essere utilizzate nel pieno rispetto della sostenibilità: un uso sostenibile a cui ha fatto riferimento anche l’IUCN, l’Unione mondiale per la conservazione della natura. E tra le attività umane condotte seguendo i criteri della sostenibilità rientrano la pesca e la caccia, dato che sono in grado di garantire nel lungo periodo la sopravvivenza della fauna selvatica e i relativi equilibri. Come ben documentato dal Manifesto della biodiversità curato dalla FACE (European Federation for Hunting and Conservation), il mondo venatorio europeo e italiano ha dato corso a centinaia di progetti indirizzati alla fauna protetta come a quella cacciabile, di pari passo con numerose azioni di conservazione e ripristino di ecosistemi.  Ne sono un esempio tangibile le migliaia di ettari di Zone umide che costituiscono aree sicure per la sosta, la nidificazione e l’alimentazione degli uccelli migratori. Così come il recupero di boschetti e siepi, la realizzazione di colture a perdere e di punti deputati all’abbeverata… sono solo alcune delle attività dovuto alle risorse investite da diverse Aziende faunistico-venatorie, Ambiti Territoriali di Caccia e Comprensori Alpini. Tornando alla sostenibilità del prelievo venatorio, è stato dimostrato che l’incidenza dello stesso sulle popolazioni in Italia “su 20 uccelli migratori è in media dell’1,84%, con una probabile sovrastima per molte specie, poiché si sono considerate le popolazioni europee e non quelle globali”. Si tratta di un dato che, alla luce anche delle “tendenze favorevoli di molte specie cacciabili, tra cui quelle soggette a maggior prelievo”, prova che la pratica venatoria attualmente esercitata nel nostro Paese è sostenibile e soprattutto costituisce uno valido strumento per portare avanti buone prassi nella conservazione delle specie.


L’attività venatoria attualmente esercitata nel nostro Paese è sostenibile e soprattutto costituisce uno valido strumento per portare avanti buone prassi nella conservazione delle specie – Foto Paul Danese – CC BY-SA 4.0


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