Nel corso di Eos Show a Verona si è svolto l’incontro fra le delegazioni dei giovani rappresentati del mondo venatorio e di quello agricolo. “Gestione ambientale e faunistica” è il titolo dato a questo momento di riflessione al quale hanno partecipato Carmelo Violante e Michele Merola insieme con Michele Bottazzo dell’Ufficio Studi e Ricerche Federcaccia che si sono confrontati con Marco De Zotti, delegato regionale Giovani Coldiretti Veneto e Riccardo Pizzoli, delegato Giovani Coldiretti Verona. Cosa si aspetta il mondo agricolo dal mondo venatorio è la domanda posta a Marco De Zotti: “Dobbiamo partire da un presupposto importante: capire le necessità del mondo agricolo e quelle del mondo venatorio, pilastri fondamentali per la salvaguardia del nostro territorio. Dal mondo venatorio ci si spetta gestione e controllo per abbassare i capi di selvaggina invasiva, impattando il meno possibile sulle attività agricole nel territorio. Le attività devono convivere perché sono collegate fra di loro. Agricoltura significa salvaguardia dell’ambiente, mentre la caccia è utile per il controllo della fauna. Devo inoltre dire che l’agricoltura dovrebbe mettersi più in gioco, magari creando opportunità di allevamento della piccola selvaggina. Sarebbe un utile supporto ai cacciatori. Oltre a questo servono regolamenti su tutti i territori per supportare il confronto e permettere l’attività venatoria nel rispetto dell’agricoltura. È tutto un sistema che deve essere portato avanti di pari passo”.
Anche Carmelo Violante, coordinatore nazionale dei Giovani di Federcaccia spinge sul tema della cooperazione: “I nostri mondi sono strettamente collegati. C’è bisogno di sinergia e maggiore presenza sul territorio e anche i controlli servono, perché in alcune zone si vivono disagi pesanti. Noi rispettiamo il terzo settore perché sono protagonisti. La caccia va incontro a piani di gestione per il prelievo di molte specie e in molte regioni ci sono difficoltà perché a monte mancano le denunce degli agricoltori. Andrebbe fatto così perché gli enti preposti possano intervenire e in deroga autorizzare determinati controlli. Ci vuole maggiore collaborazione e un po’ di autocritica da parte nostra per i territori che insieme dobbiamo salvaguardare in un’ottica di gestione futura”. Il dottor Michele Bottazzo dell’Ufficio Studi e Ricerche Fidc sposta l’attenzione sui finanziamenti a favore delle politiche ambientali: “Si sta spingendo forte per portare avanti progetti incentrati sulla salvaguardia dei territori che dovranno essere tenuti bene non solo a scopo di produzione, ma anche per il beneficio di tutti. Ci sono progetti che possono essere sviluppati in collaborazione fra cacciatori e agricoltori per il recupero di tanti territori abbandonati”.
Secondo il parere di Riccardo Pizzoli: “Agricoltore e cacciatore spesso sono la stessa persona, perché tantissimi agricoltori sono anche cacciatori e per questo, insieme, devono avere la possibilità di completare la salvaguardia del nostro territorio che può essere abbandonato, se non gestito correttamente. Fra le montagne di Verona si possono osservare ambienti vittime di abbandono a causa della presenza del lupo e di altri animali infestanti e che, per problemi di norme o con cattivi piani, non riusciamo a controllare in modo efficiente. Le aspettative ci sono, ma bisogna migliorare nella comunicazione, non solo per quanto riguarda le predazioni. Dobbiamo creare una rete di dati fra cacciatori e agricoltori a livello di strutture. Sono figure complementari. Se gli agricoltori hanno un problema, i cacciatori hanno la soluzione, ma dobbiamo riuscire a dare loro maggiore serenità, comunicando nel miglior modo possibile e anche con gli incentivi giusti, magari attraverso un fondo che vada a risarcire almeno il costo di quanto dovuto sostenere”.
Un momento dell’incontro fra i giovani rappresentanti del mondo venatorio e di quello agricolo a Eos 2025 – Foto Giovani Fidc