Con questo titolo non intendo certo cambiare quello tradizionale di un editoriale che ormai fa parte della nostra storia, visto che è giunto al suo 234° numero, ma mi serve per rendere nota una situazione che ritengo non solo incresciosa, ma anche estremamente dannosa per tutto lo sport nazionale. Noi della Fidasc siamo a “Caccia di sport” e lo siamo da sempre, anche per un po’ di vocazione atavica; lo siamo da quando siamo arrivati nel mondo dello sport ufficiale, non certo come graditi ospiti, almeno per molti, compresi alcuni famosi giornalisti. E, lo affermo con orgoglio, il nostro è stato un ingresso che ha subito gettato un po’ di scompiglio visto che, oltre alla disciplina del tiro (prima il fucile da caccia per il piattello e poi, nel corso degli anni, arco, aria compressa, paintball e softball), ci occupavamo di una disciplina come la Cinofilia (l’iniziale maiuscola è voluta), del tutto nuova, se si toglie l’esperienza storica degli sport equestri, nel consolidato panorama agonistico italiano. E non è certo un caso se proprio il mio primo editoriale del lontano 2006 si intitolava: “Un trinomio quasi perfetto” e parlava proprio della incantevole sintonia (o sinergia) millenaria che lega l’uomo al cane e all’ambiente naturale nel quale entrambi operano: lavorando, giocando e magari, come abbiamo orgogliosamente ribadito noi, facendo anche sport.
Nel corso di questi lunghi anni il mio filo conduttore – che è poi la proiezione fedele e rispettosa della politica dei vari Consigli federali – è stato e sarà sempre quello di inseguire, intercettare e anticipare, a seconda dei casi, il desiderio di fare sport. Un desiderio che si riscontra soprattutto in tanti ragazzi e ragazze e che non è un semplice desiderio di divertirsi e passare il tempo – per questo basta un monitor o una console per videogiochi – ma una vera e propria passione agonistica che spinge a misurarsi, anche a livello mondiale, con centinaia e migliaia di avversari. E tanto ci siamo impegnati lungo questo percorso di ricerca, che abbiamo potuto mettere in cascina non solo un entusiasmante palmares, ma anche un impensabile incremento di specialità che sono tutte figlie legittime delle due nostre discipline fondamentali. Oggi, infatti, siamo titolari di ben 11 attività nelle quali si celebrano ben 61 Campionati italiani e una quindicina di competizioni europee e mondiali. A pensarci bene, è forse proprio da questo lungo successo – che è anche organizzativo e tecnico oltre che sportivo – che trae origine l’incredibile ostilità che si registra ormai da qualche tempo nei nostri confronti. Un’ostilità che non è un piagnucoloso vittimismo da parte nostra, ma che è così tangibile e manifesta che molti dei nostri atleti, ma anche dei tecnici e degli ufficiali di gara, l’avvertono e la subiscono quasi quotidianamente.
E non parlo solo di quelle che sono ormai le nostre storiche competitrici, ma anche di tutta una lunga serie di piccole e anche piccolissime realtà dilettantistiche o promozionali con mire che, se da un lato possono essere comprensibili e legittime, perdono quel po’ di dignitosa credibilità perché sconfinano in forme di contrapposizione che non somigliano alla civile concorrenza, ma si trasformano in una vera e propria animosità: incomprensibile, violenta e quanto mai perniciosa. Come se non bastassero le difficoltà economiche e le incredibili pastoie burocratiche che soffocano tante iniziative sportive, ci vediamo costretti a disperdere troppe energie e risorse per contrastare gli attacchi che sono mossi nei confronti delle specialità del tiro ma, soprattutto, verso quelle delle cinofilia. Questa sorta di accanimento è tanto più grave e incredibile in quanto, dopo decenni di assoluto immobilismo e di sterile autoreferenzialità, oggi tutti sembrano interessati a mettere il proprio sigillo su un’attività agonistica che la Fidasc ha rigenerato dal nulla riuscendo ad attribuirle una dignità nazionale e mondiale che sembra suscitare le invidie di molti. E non è la prima volta che accade!
“A caccia di sport”, di Felice Buglione, Caccia & Tiro 11/2022.
Oggi la Fidasc è titolare di ben 11 attività nelle quali si celebrano ben 61 Campionati italiani e una quindicina di competizioni europee e mondiali.