DAI PIATTI ENGLISH ALLE FRECCE, PASSANDO DALLE ELICHE

Ormai credo sia arcinoto a tutti: i veri eroi dello sport si trovano all’interno del dilettantismo, in mezzo a sacrifici indicibili, a rinunce e anche a tante spese personali, spesso a discapito della famiglia stessa che supporta in tutti i modi la nascita e la crescita di tanti giovanissimi atleti. Una realtà con la quale siamo abituati a convivere e della quale, per fortuna, sembra che anche il governo abbia finalmente preso coscienza visto che, come ho già trattato nel numero scorso, pure lo sport cosiddetto “minore” sta per diventare (anche) un lavoro. E noi della Fidasc questa cosa la conosciamo benissimo, anzi la conosciamo forse meglio di tanti altri perché, purtroppo, oltre alle difficoltà intrinseche del dilettantismo, ci portiamo dietro, proprio nell’acronimo stesso, una parola che la moda di oggi avversa e rigetta aprioristicamente e non certo per motivazioni scientifiche ma solo per ideologismo. La nostra Federazione, infatti, cura solamente (si fa per dire) due discipline, la cinofilia ed il tiro, ed entrambe, almeno all’inizio, affondano le loro radici – mi riferisco soprattutto alla cinofilia delle origini ma anche ad alcune specialità del tiro – nel substrato dell’attività venatoria. Ora le cose sono profondamente cambiate: le due discipline primigenie si sono allargate ed evolute fino ad abbracciare un intero universo di specialità, ognuna delle quali brilla di luce propria. Logicamente, le più giovani di queste specialità sono quelle che, nel corso di questi lunghi anni di presenza sull’inserto Fidasc di Caccia & Tiro, ho trattato di meno sul mio editoriale. Ma non certo per una questione di preferenza o di importanza, ma solo per i loro pochi anni di attività e per il minor numero di competizioni di alto e altissimo livello svolte o organizzate dal nostro Paese. Così è accaduto che mi trovassi a parlare spesso del grande Campionato Assoluto italiano per cani da ferma agostano o di agility, oppure dei Campionati europei e mondiali di tiro (a palla e di campagna) o di Coppa del Mediterraneo, piuttosto che di specialità che non sono certo minori ma che stanno ancora scaldando i motori o che sono in piena fase di sviluppo. Dal field target e dal paintball fino allo sleddog e al softball, tanto per intenderci. In questo numero e sui successivi, quasi a compensare questa apparente “mancanza” di attenzione da parte mia, le nostre pagine dedicheranno molto spazio proprio ad alcune di queste specialità, parlo di fan32, di english sporting e di tiro con l’arco da caccia, che in questa torrida estate stanno vivendo i loro momenti di gloria. Comincio dall’ennesima affermazione dei nostri tiratori (l’oro di Enrico De Tomasi nella classe “A” High Gun) al Mondiale di english sporting, una competizione mondiale che, pur non riuscendo a conquistare le pagine dei quotidiani sportivi, ha visto la partecipazione di oltre 1600 tiratori provenienti da tutto il mondo perché rappresenta l’appuntamento più atteso e autorevole della più importante specialità tiravolistica praticata nel mondo. Calato il sipario su questo Mondiale svoltosi in Inghilterra (che abbiamo trattato sul numero di agosto della rivista) è stata la volta di un Europeo, quello del tiro alle eliche che la Fedecat (Federazione mondiale di riferimento) ha denominato fan32 e che in terra lusitana ha fatto registrare ottime performance da parte dei nostri tiratori, con una prestigiosa medaglia d’argento nella mix team formata da Marina Moioli e Lorenzo Lorenzi. Ora, proprio mentre sto scrivendo, sta per iniziare l’Europeo di tiro con l’arco da caccia su bersagli a 3 dimensioni – l’European 3D Archery Championships Hdh-Iaa – che si svolgerà in Romania: un’altra grande competizione internazionale di altissimo livello in una specialità che difficilmente sarà possibile trovare sui quotidiani o sulle principali reti televisive nazionali. Eppure, l’arco – non quello supertecnologico che siamo per fortuna abituati a vedere alle Olimpiadi – è un attrezzo sportivo che si perde nella notte dei tempi e che, ancora oggi, specie nelle sue forme più semplici, annovera migliaia e migliaia di appassionati in tutto il mondo e che nel nostro Paese può contare sulla preparazione di tantissimi arcieri che nel Mondiale Hdh-Iaa del 2022 svoltosi in Slovenia sono riusciti a conquistare ben 7 ori, 3 argenti e 3 bronzi. Che si tratti di specialità più o meno famose, questo è il nostro piccolo grande mondo. E ne siamo orgogliosi.


“A caccia di sport”, di Felice Buglione, Caccia & Tiro 09/2023.


La rappresentativa azzurra di tiro con l’arco da caccia all’European 3D Archery Championships Hdh-Iaa di Alba Iulia, in Romania.

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