La lunga e tragica pandemia che, nonostante le minimizzazioni dei negazionisti, ha causato oltre tre milioni di morti nel mondo e quasi 118.000 in Italia, ha pesantemente influenzato non solo le attività produttive, ma anche quelle sportive. Noi della Fidasc, però, grazie soprattutto alla specificità delle nostre discipline e specialità che si praticano all’aria aperta e nel più assoluto rispetto del distanziamento interpersonale, abbiamo continuato a svolgere gran parte delle gare tranne che nei periodi più bui di totale e generalizzato lockdown.
Sì, certo, un rallentamento dell’attività si è registrato, si veda, per esempio, la cancellazione di tutte le manifestazioni fieristiche e delle competizioni internazionali ma, rispetto ad altre realtà sportive, possiamo affermare che i nostri atleti hanno potuto godere di una preziosa, ancorché ridotta, attività agonistica, specie quella importantissima di livello nazionale.
Ora, al momento in cui sto scrivendo questo mio tradizionale commento periodico – il primo del nuovo quadriennio olimpico appena iniziato – sembra che il periodo più tenebroso, anche grazie al faticoso progredire delle vaccinazioni, sia quasi passato e si stanno predisponendo alcune graduali ma importantissime aperture cariche di significati.
Proprio in vista di questa ripresa, la Fidasc sta bruciando i tempi e ha già messo in cantiere una iniziativa che è davvero ricca di “significati”: non solo puramente agonistici ma anche, e soprattutto, di livello storico e simbolico.
Ciò che sta “bollendo in pentola”, infatti, è nientemeno che una nuova edizione del Campionato mondiale di tiro con armi sportive da caccia, nelle due specialità del tiro a palla e del tiro di campagna. La prima, praticata con fucili a canna liscia e senza l’uso di congegni ottici; la seconda, con fucili a canna rigata (le cosiddette carabine), su distanze più impegnative e, quindi, con l’ausilio di appositi strumenti di ingrandimento.
Questa seconda edizione del Mondiale (sarebbe la terza se non ci fosse stata l’interruzione forzata dello scorso anno) oltre a rappresentare la ripresa su scala internazionale dell’attività sportiva federale, ha però un altissimo e particolare valore simbolico. Infatti, per unanime e commossa volontà del nuovo Consiglio federale, sarà intitolata alla memoria del compianto Bruno Modugno, che non solo è stato il primo presidente eletto e il presidente onorario della nostra Federazione fino alla sua improvvisa scomparsa, ma è stato anche il padre putativo proprio delle due specialità di tiro che, più di tante altre, sono direttamente e indissolubilmente legate all’attività venatoria.
A lavorare intensamente alla “costruzione” di questo fondamentale evento che può già contare su una serie entusiasmante di adesioni, è stata chiamata una Commissione ristretta formata da cinque tecnici ed esperti di primissimo piano: Francesco Citriniti, Federico Cusimano, Antonio Del Cuore, Pio di Persio e Cosimo Velella.
A questo pool tecnico, al quale saranno poi affiancate altre figure con differenti competenze organizzative, spetterà il delicato compito di individuare la sede ospitante fra le numerose e autorevoli candidature già presentate. A loro vanno tutti i nostri auguri per un lavoro ricco di soddisfazioni che possa rappresentare il giusto omaggio ad uno dei padri fondatori della Fidasc, esponente di primissimo piano del mondo della caccia, dello sport, del giornalismo e della letteratura, affinché la sua memoria sia ancora più duratura e indelebile.
Anche a livello mondiale.
“A caccia di sport”, di Felice Buglione, Caccia & Tiro 5/2021.