Novembre e dicembre, con le importantissime eccezioni che poi vedremo, rappresenta un classico periodo di rallentamento e di riposo. Sia ben chiaro, però, il nostro impegno “a caccia di sport” non si interrompe, né diminuisce. Ci mancherebbe altro! E poi, a pensarci bene, sarebbe una gravissima contraddizione nei termini: i veri sportivi non smettono mai di esserlo e il loro riposo è solo un recupero di energie, non certo una brutale cessazione dell’attività, visti gli allenamenti, spesso quotidiani, che gli atleti affrontano con grande passione ed enorme sacrificio. Ecco, quello che tutti noi ci stiamo godendo – al netto delle rinnovate difficoltà causate dall’ennesimo rigurgito pandemico – è proprio questo, un breve “pit stop” per ricaricare le batterie e fare il pieno di nuovo vigore agonistico. Una pausa quanto mai necessaria dopo il pieno di competizioni che hanno costellato, nonostante, le restrizioni imposte dal Covid, l’intero 2021 con una serie spesso mozzafiato di Campionati italiani disputatisi un po’ ovunque, spesso mettendo in grosse difficoltà Commissioni e Consiglio federale per scegliere le varie sedi fra le innumerevoli candidature avanzate da impianti e Centri federali. Questa specie di break stagionale non è certo generalizzato ma è limitato alla vera e propria pratica sportiva e non ha una corrispondenza con l’attività organizzativa e amministrativa che, anzi, non fanno registrare sospensioni di sorta e proseguono incessanti a tutti i livelli. Sia a quello centrale, sia, soprattutto, nella dinamica e produttiva “periferia” nella quale operano, quasi febbrilmente, decine e decine di dirigenti e tecnici pieni di idee e di intraprendenza.
Un’intraprendenza che ha acquisito nuovo vigore proprio da quel contatto strettissimo fra le varie realtà regionali e il Consiglio federale che è proseguito subito dopo l’insediamento dei nuovi eletti e del quale ho diffusamente parlato nell’editoriale del numero scorso. Chiariti questi fondamentali concetti di “riposo”, ci sono poi quelle “eccezioni” di cui parlavo sopra, con almeno 5 delle nostre 11 specialità che sono agonisticamente attive, anche ad alto livello, pure in questo scorcio di fine autunno inizio inverno, fin quasi a ridosso delle vacanze natalizie. E allora vediamole, in una brevissima carrellata, queste “eccezioni”, fra le quali spicca indubbiamente la disciplina della cinofilia con 3 specialità impegnate in competizioni di alto livello nazionale. Il tiro di campagna, che con le sue origini venatorie è una delle discipline regine tra le tante nel nostro patrimonio sportivo, dopo un settembre assai intenso, con il 2° Campionato del mondo di tiro insieme al tiro a palla, e il 4° Campionato italiano tiro di campagna 300 mt su sagoma di cervo, ha in calendario 3 Campionati regionali; il field target ha programmato 3 Campionati regionali e 2 tornei invernali; nell’agenda della cinofilia venatoria c’è il 21° Campionato italiano Assoluti per conduttori di cani da cerca; l’agility occuperà le cronache, anche televisive, con il fantasmagorico Campionato italiano Assoluto; lo sleddog vivrà ben due Campionati italiani, quello dryland e quello snow e una Coppa Italia di dryland. Come si vede, il riposo non è solo breve e meritatissimo ma è anche limitato ad alcune specialità, soprattutto quelle del tiro, mentre quelle cinofile sono ancora più instancabili visto che, grazie anche alle caratteristiche che sono proprie, per esempio, del segugismo su lepre e cinghiale, già in gennaio riprenderanno in pieno l’attività squisitamente agonistica con una lunghissima serie di eliminatorie che porteranno alle finali nazionali primaverili. Vabbè, tiriamo un attimo il fiato e intanto… Buone feste a tutti.
“A caccia di sport”, di Felice Buglione, Caccia & Tiro 12/2021-01/2022.
Lo sleddog vivrà ben due Campionati italiani, quello dryland e quello snow e una Coppa Italia di dryland.