Non è mai facile scrivere sapendo che quando le tue riflessioni saranno lette, il tempo avrà, per così dire, “cambiato le carte in tavola”, rimescolando così tanto avvenimenti e situazioni che le tue considerazioni di 15 giorni prima appariranno del tutto fuori luogo. Quindi, tutto quello che sto scrivendo in questo momento è destinato, se sono fortunato, ad apparire ovvio; mentre nel peggiore dei casi, le mie considerazioni di oggi risulteranno il frutto di una grande impreparazione.
Visto che siamo alla vigilia delle elezioni, ogni giorno – anzi, ogni ora – si può sentire e leggere di tutto e il contrario di tutto, anche e soprattutto sullo sport. E spesso, a sparlare, sono proprio quelli che lo sport non sanno nemmeno cosa sia. In particolare, quei giornalisti che sono avvezzi a cambiare idea da un lunedì all’altro, incensando o condannando con disinvoltura atleti, Società o enti a seconda dei risultati della domenica. Detto questo, rientro nei miei panni di presidente di una Federazione sportiva ed ammetto che, specie dopo il lungo e doloroso biennio di quasi totale chiusura pandemica, è scontato che ogni Federazione avanzi richieste di aiuto economico per poter fare il proprio lavoro nel miglior modo possibile.
A fronte di queste legittime istanze, esplodono spesso pirotecniche promesse, con una buona dose di ottimismo o di incoscienza politica. Senza voler avanzare dubbi sulla buona fede di nessuno. Ci mancherebbe! Poi, fra chi chiede e chi promette, si inserisce un’attività mediatica concentrata e martellante che cede volentieri alla tentazione di stilare opinabilissime “classifiche” sul valore di questa o quella Federazione, solo per vendere qualche copia in più e far carriera. La realtà “vera” è un’altra e riguarda i due aspetti principali di ogni attività sportiva federale: gli impegni di livello nazionale (Campionati e Gran premi) e quelli di respiro internazionale (Europei e Mondiali). Questa suddivisione aiuta, e non poco, ad affrontare il problema facendo innanzitutto un po’ di chiarezza, soprattutto a beneficio di chi non ha ben compreso le differenze. Per il primo aspetto, la soluzione – anzi il “rimedio” – è quasi a portata di mano, visto che ormai siamo avvezzi, anche nel privato, a tirare la cinghia e a fare rinunce. Turandoci ovviamente le orecchie per non sentire i giustificatissimi lamenti di atleti, dirigenti e tecnici, si potrebbe, e sottolineo potrebbe, tentare un doloroso e traumatico ridimensionamento, magari accorpando le fasi eliminatorie e perfino cancellando qualcuna delle 61 competizioni nazionali delle nostre discipline.
Ma è l’altro aspetto, quello del grande livello internazionale, che va compreso fino in fondo, non per giustificare ma per rendere plausibili le richieste delle Federazioni. I nostri 16 impegni europei e mondiali sono troppo importanti, per la nostra Federazione ma anche per il Coni, e quindi per tutto il movimento sportivo italiano, per poterli buttare nel cesto della spazzatura. Certo, sono eventi che hanno i loro costi – anche se per le nostre discipline e specialità noi non abbiamo bisogno di stadi, palazzi dello sport, illuminazioni notturne o riscaldamenti – e si tratta di impegni economici rilevanti, sia che ad organizzarli venga chiamato il nostro Paese, sia che si debbano affrontare trasferte europee o mondiali. Proprio mentre sto scrivendo queste righe, è in corso la 3a edizione del Mondiale di tiro (esempio pratico di quell’accorpamento di cui parlavo prima) e si sono appena concluse altre importanti manifestazioni di alto livello internazionale, come il Mondiale di field target e il Mondiale di tiro con l’arco da caccia, mentre la settimana delle votazioni si svolgeranno le selezioni per definire la squadra che parteciperà alla Coppa del Mediterraneo di cinofilia, nella quale siamo i leader assoluti. Rinunciare a tutto questo, e a un medagliere da fare invidia a chiunque per quantità e qualità, sarebbe un atto gravissimo. E non solo per noi della Fidasc.
“A caccia di sport”, di Felice Buglione, Caccia & Tiro 10/2022.
Sono ben 16 gli impegni europei e mondiali inseriti nel calendario agonistico della Fidasc, tra cui il Campionato del mondo di field target e quello di tiro con l’arco da caccia. Per non parlare dei vari Gran premi nazionali.