Nella pagina web dedicata agli atleti italiani alle Olimpiadi di Parigi del 2024, Paolo Monna è stato definito: “Ragazzo pacato e alla costante ricerca della perfezione”. Deve essere stato proprio questo aspetto del suo carattere a permettergli di conquistare la medaglia di bronzo nella specialità pistola ad aria compressa a 10 metri. Lo abbiamo sentito per telefono e l’atleta di Fasano (Br), che fa parte del Gruppo sportivo Carabinieri, ci ha raccontato il percorso che lo ha portato su quel gradino del podio: “Negli ultimi 4 anni, dopo le Olimpiadi di Tokyo, abbiamo iniziato un nuovo percorso di allenamento. Insieme con il tecnico Marco Badaracchi ci eravamo prefissati obiettivi su determinati punteggi e aspetti tecnici che sono il frutto di questo modo di lavorare. Devo ammettere che anche l’aiuto dello psicologo dello staff tecnico della nazionale, Massimiliano Di Liborio, è stato fondamentale, così come quello del fisioterapista, Angelantonio Desiato, del ct Roberto Di Donna e del direttore tecnico Pierluigi Ussorio. Insomma devo ringraziare davvero tutto lo staff tecnico e naturalmente il Gruppo Sportivo dei Carabinieri. Nel nostro obiettivo c’erano sicuramente i Campionati europei di Gyor in Ungheria, durante i quali ho vinto l’oro: era da un anno e mezzo che cercavamo questo benedetto pass per le Olimpiadi che è arrivato nel migliore dei modi. A Parigi ho coronato le speranze di tanti anni di sacrifici. Tutto è iniziato quando avevo 8 anni e sognavo di praticare questo sport, ora a 27 anni ho realizzato il desiderio, ma non mi fermerò certo qui…”.
Ma quando sono cambiate le aspettative? Ce lo spiega sempre Paolo Monna: “Questo nuovo processo ci ha fatto rendere conto, settimana dopo settimana, che la situazione stava migliorando e a ogni appuntamento ufficiale portavamo a casa sempre qualcosa di più, o un podio o punteggi più alti fino ad arrivare a chiudere la stagione come primo tiratore del mondo. Non è poco! Alla fine gli obiettivi sono stati raggiunti tutti insieme, la fatica ci ha senza dubbio ripagato. Dal futuro ci aspettiamo molto e continueremo a impegnarci tutti quanti. Il 2025 sarà un anno di transizione e ho deciso di cambiare pistola. Fino a Parigi ho usato una Pardini e adesso mi sto allenando con una Steyr. Questa è una nuova sfida e sto cercando di scoprire il feeling con questo nuovo strumento e devo dire che le sensazioni sono un po’ come quelle trasmesse quando proviamo un’auto nuova. Sappiamo già che non ci saranno più di 4 gare e da un lato non posso lamentarmi, perché il riposo è importante tanto quanto l’allenamento, perché abbiamo la possibilità di riflettere e arrivare già pronti agli appuntamenti importanti quando saranno in palio i pass olimpici. Il lavoro con i colleghi della squadra è fantastico perché noi atleti viviamo in un clima di serenità e amicizia. Lo definisco un ambiente davvero ‘grazioso’, ci sentiamo a casa anche dall’altra parte del mondo e con loro mi sento come quando sono a tavola con amici e parenti. Non ci sono solo le gare, ma, a proposito dello stare a tavola, è importante anche tutto il contorno”.
Paolo Monna mostra la medaglia conquistata alle Olimpiadi di Parigi 2024 – Foto Ferdinando Mezzelani