Tutti gli amanti della natura, cacciatori compresi, non possono che guardare con interesse alle iniziative di livello nazionale ed internazionale rivolte alla sua salvaguardia. Vero è che in un momento come quello che viviamo oggi ambiente e clima dovrebbero essere temi di interesse primario per tutti. Un ambiente in buona salute e il contrasto dei cambiamenti climatici sono infatti degli obiettivi prioritari, senza il raggiungimento dei quali il nostro sistema economico e sociale sarebbe a rischio, per gli ingenti danni economici e in termini di vite umane, come purtroppo ci raccontano anche le cronache recenti. È allora con estrema attenzione che abbiamo seguito lo svolgimento del , svoltosi nei giorni 22 e 23 luglio a Napoli. Ad esso hanno partecipato, oltre ad organizzazioni e altri Paesi e invitati: Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, India, Indonesia, Italia, Messico, Regno Unito, Russia, Stati Uniti, Sud Africa, Turchia e Unione Europea.
I Paesi del G20 rappresentano più dell’80% del Pil mondiale, il 75% del commercio globale e il 60% della popolazione del pianeta, se un cambiamento vero è possibile non può che partire da lì. Nelle 48 ore a disposizione ministri, diplomatici e delegazioni di tecnici si sono confrontati sugli approcci da adottare per affrontare il cambiamento climatico, salvaguardare la biodiversità e contrastare la povertà. Come riporta il ministero della Transizione ecologica i temi all’ordine del giorno erano: tutela e ripristino dei suoli degradati; gestione sostenibile dell’acqua; protezione “rafforzata” dei mari; contrasto all’inquinamento plastico marino; cooperazione per l’uso sostenibile e circolare delle risorse; ruolo dei governi centrali a supporto delle Città circolari; educazione, sviluppo delle capacità e formazione; finanza verde. “Oggi, più che mai, – scrive il Ministero – si rende necessario uno sforzo condiviso di responsabilità e di lungimiranza da parte della comunità internazionale. Il G20, consapevole del proprio ruolo, è fermamente impegnato nella ricerca di risposte coordinate, eque ed efficaci, capaci di porre le basi per un futuro migliore e sostenibile”.
Innegabile che il cambiamento epocale che oggi viene richiesto a tutti, ad ogni nazione, ad ogni popolo, sia difficile da realizzare, altrimenti sarebbe stato già avviato in maniera incisiva, cosa che, nonostante i passati proclami di vertici e consessi internazionali riunitisi in questi anni, non è avvenuta. Oggi la situazione è ancor più drammatica, perché le azioni non possono più essere procrastinate e devono essere efficaci. Come ha dichiarato il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani “Siamo come una grande nave che aveva sbagliato la rotta, il nostro compito è compiere la svolta per riportarla nella giusta direzione. Una svolta che avverrà, ma lentamente e non sono ammessi errori”. Vediamo allora quali sono stati i risultati del G20, per i quali il Mite ha espresso grande soddisfazione, sottolineando che ildocumento uscito dalla plenaria del G20 di Napoli “era impensabile fino a pochi anni fa. Tutti i Paesi aderenti al G20 hanno condiviso la necessità di accelerare gli sforzi in questa decade, per mantenere l’obiettivo di temperatura dell’accordo ‘a portata’, compresi quei pochi Stati avversati da dinamiche interne non allineate a tale accordo”.
Iniziamo prima da clima ed energia, citando alcuni dei risultati più importanti. È stata rilanciata la missione comune su clima e transizione energetica, con al centro le tecnologie pulite, e i Paesi partecipanti si sono impegnati a trovare un accordo sull’uscita del carbone dalla produzione elettrica e dai finanziamenti internazionali, con un impegno di 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020 e fino al 2025. Inoltre le Istituzioni finanziare internazionali verranno invitate ad investire su clima ed energie pulite. Tutti i presenti hanno inoltre riconosciuto il contributo dell’energia alla produzione di gas serra, la connessione tra perdita di biodiversità e cambiamento climatico e l’avvertimento della comunità scientifica globale, dichiarando che questo deve essere il decennio dell’azione. Da parte di tutti i Paesi è avvenuto il riconoscimento della criticità di mantenere l’incremento della temperatura entro 1,5°C e i Paesi che ancora non hanno messo in atto strategie nazionali per la riduzione delle emissioni si sono impegnati a farlo entro la Cop26. Al centro del G20 Ambiente, invece, gli stati che hanno partecipato si sono impegnati su diversi temi: salvaguardia della biodiversità, finanza sostenibile, marine litter, rete di esperti ambientali Unesco, appello per la tutela e il ripristino dei suoli degradati, gestione sostenibile delle acque, impegnandosi a perseguire l’accesso equo all’acqua potabile.
Di particolare interesse, per il mondo venatorio, è quanto emerso sulla biodiversità. I Paesi partecipanti hanno sancito “il pieno utilizzo delle soluzioni basate sulla natura o degli approcci basati sull’ecosistema per affrontare la perdita di biodiversità, ripristinare i terreni degradati, aumentare la resilienza, prevenire, mitigare e adattarsi ai cambiamenti climatici, fornendo al contempo molteplici vantaggi nei settori economico, sociale e ambientale. Inoltre, viene sempre più riconosciuto il ruolo delle soluzioni basate sulla natura o approcci basati sull’ecosistema, in settori economici e in tutti gli ecosistemi, comprese le aree urbane, per un orizzonte di sviluppo durevole ed ecocompatibile in grado di garantire nel contempo l’inclusione sociale, la protezione e la salvaguardia dell’ambiente. I grandi del mondo hanno anche riconosciuto per la prima volta i risultati del recente rapporto Ipbes e Ipcc sul nesso tra biodiversità e cambiamento climatico lanciato il 10 giugno scorso”. Molto interessante anche l’istituzione di un workshop su Nature-based Solutions (Nbs) e Ecosystem-based Approaches (EBaAs), al fine di condividere esperienze, casi studio, storie di successo, per aumentare la consapevolezza sul potenziale dei due approcci, per affrontare le questioni legate a clima, natura, degrado del territorio e per indagare potenzialità, benefici e impatti.
In questo ambito l’esperienza dei cacciatori sarà preziosa, un’esperienza maturata sul campo, fatta di passione e impegno che i detrattori dell’attività venatoria fingono di non vedere, tanto che nel nostro Paese, quello del G20, siamo giunti all’ennesima raccolta firme per un referendum di abolizione della caccia. Un referendum, come dichiarato dalle associazioni venatorie, che rappresenta la vera minaccia alla fauna… con buona pace della biodiversità.
“Primo piano”, di Valeria Bellagamba, Caccia & Tiro 8/2021.
Il G20 su Ambiente, Clima ed Energia è stato ospitato a Napoli – Foto Palazzo Reale di Napoli