Chi ha assistito direttamente all’intervento che ho pronunciato alla cerimonia di premiazione del Campionato invernale del Settore Giovanile al Tav Roma, ricorderà che ho voluto eleggere a simbolo di quella manifestazione un sedicenne delle Giovani Speranze, Andrea Diana, che ha completato quella gara con il formidabile risultato di 49/50. In realtà, per rispettare in pieno il responso tecnico di quella competizione, l’atleta in questione non è stato l’unico a comporre quel punteggio, ma la sequenza con cui è stato totalizzato quel risultato ha attribuito proprio a lui la qualifica di primo assoluto e quindi l’ho ragionevolmente indicato come l’emblema di quella continua tensione verso il massimo responso possibile che è peraltro la perfetta sintesi del messaggio olimpico. Ma nella scelta di un atleta tra i 300, ragazze e ragazzi, che hanno partecipato al Campionato invernale del Settore Giovanile ho voluto condensare anche la mia gratitudine a tutta quella generazione che sulle nostre pedane in questi anni sta lavorando per conquistare un proprio ruolo nel nostro sport. E per compiere questa impresa, ognuna di quelle ragazze e ognuno di quei ragazzi beneficia del supporto indispensabile dei propri personali istruttori e dei commissari tecnici del Settore Giovanile della Federazione. Ma anche del lavoro quotidiano dei nostri delegati regionali e degli instancabili dirigenti delle nostre Associazioni. E inoltre soprattutto della disponibilità di risorse, di energie e di tempo che possono assicurare i loro familiari: i genitori e i nonni.
Ecco che in questa veloce panoramica che ho voluto compiere, per tributare ancora la mia gratitudine alle giovani atlete e ai giovani atleti del nostro sport, appare ancora una volta chiarissimo quanto sia importante il lavoro collettivo. Non è un caso se proprio nel mio intervento davanti alla nostra gioventù in pedana ho insistito sul fatto che la giusta attenzione nei confronti delle imprese delle nostre giovani atlete e dei nostri giovani atleti potrà essere espressa nel modo corretto proprio soltanto se continueremo a lavorare tutti insieme. Del resto, come ho di nuovo voluto evidenziare da quella tribuna di Roma, è proprio perché abbiamo saputo presentarci come una forza coesa che lo scorso 30 novembre la nostra Italia ha ricevuto l’incarico di guidare l’Issf: il massimo consesso mondiale delle discipline del tiro. Che la scelta sia caduta sulla mia persona non può naturalmente che rendermi orgoglioso come uomo di sport che ha dedicato la propria vita al tiro a volo. Che l’affidabilità della nostra Federazione sia stata un altro ingrediente imprescindibile in quella impresa non può che aggiungere in tutti noi la fierezza di appartenervi. Ma è certo che quella battaglia l’abbiamo vinta innanzitutto come Italia, perché è la credibilità del nostro Paese nel mondo del tiro sportivo e delle attività agonistiche in generale ad aver rappresentato l’elemento determinante. Tutti insieme abbiamo vinto quella battaglia e tutti insieme dunque potremo e dovremo continuare a lavorare per assicurare un futuro migliore alle discipline del tiro e alle giovani generazioni di oggi e di domani.
“Linea di tiro”, di Luciano Rossi, Caccia & Tiro 04/2023.
Il presidente federale in occasione del Campionato invernale del Settore Giovanile al Tav Roma.