Mentre scrivo queste note è in corso il Campionato europeo delle discipline olimpiche e da quella sede di Osijek in cui si sta svolgendo quella competizione fioccano i successi e le medaglie delle azzurrine e degli azzurrini. Nelle settimane immediatamente precedenti, peraltro, sia le Juniores e gli Juniores in gara agli Assoluti che le altre ragazze e gli altri ragazzi sulle pedane del Campionato italiano del Settore Giovanile hanno fornito prove tecnicamente molto interessanti, spesso corredate da punteggi significativi. Tutto questo ci consegna l’immagine di un panorama del comparto giovanile della nostra Federazione che continua a vivere una stagione di grande vitalità. Ho scritto: continua a vivere, perché chi legge i miei interventi con regolarità sa bene quante volte mi sia soffermato in questi anni sul tema specifico e quante volte abbia esaltato appunto l’euforia agonistica di quel comparto. Il vivaio del nostro sport è l’ambito in cui si costruiscono i praticanti del domani: quelle ragazze e quei ragazzi che, attraverso il costante lavoro tecnico quotidiano condotto insieme ai tanti valenti istruttori che popolano le pedane italiane, stanno affinando le loro doti in vista di impegni sempre più importanti. Non è mai superfluo ribadire quanta importanza rivesta in questo processo di costruzione delle giovani atlete e dei giovani atleti l’osservazione attenta di quelle campionesse e di quei campioni che nei decenni passati hanno saputo perpetuare il prestigio e la gloria del tiravolismo italiano. Nello sport la lezione del passato è ingrediente fondamentale per il lavoro del presente e per i risultati da conseguire nel futuro e questo sintetico prontuario dovrebbe essere manuale insostituibile di ogni atleta e di ogni tecnico. L’anagrafe, che è, sì, spesso impietosa, mi permette oggi di ripercorrere idealmente le fasi del mio apprendistato tiravolistico giovanile e di apprezzare quell’abitudine, che fu comune a chi scrive e ai tanti appassionati della stessa generazione o delle generazioni contigue, di carpire i cosiddetti segreti della pedana ai campioni che erano frattanto affermati a livello nazionale e internazionale. Come un tempo i giovani aspiranti artisti andavano “a bottega” dai talenti affermati della pittura o della scultura, anche nello sport l’abitudine di apprendere sul campo da coloro che frattanto avevano saputo esprimere al massimo il proprio talento ha sempre rappresentato un solido meccanismo di crescita. Nelle nostre giovani generazioni quella pratica è certamente coltivata ancora con cura dalle atlete e dagli atleti ed è altrettanto saggiamente suggerita dagli istruttori. È la dimostrazione che il mondo del tiro a volo sa attribuire un grande valore alla propria storia e alla propria tradizione e con quegli elementi costruisce le proprie affermazioni di oggi, la propria crescita e il proprio domani.
“Linea di tiro”, di Luciano Rossi, Caccia & Tiro 10/2023.
Il presidente Fitav: “Il vivaio del nostro sport è l’ambito in cui si costruiscono i praticanti del domani: quelle ragazze e quei ragazzi che, attraverso il costante lavoro tecnico quotidiano condotto insieme ai tanti valenti istruttori che popolano le pedane italiane, stanno affinando le loro doti in vista di impegni sempre più importanti”.