L’Operazione Paladini del territorio promossa da Fondazione Una ha visto ancora una volta in piena attività i cacciatori della Sezione Fidc di Macerata. Con l’obiettivo, su indicazione dell’assessore all’Ambiente, di riportare alla loro naturale bellezza alcune fonti storiche del comprensorio provinciale e comunale, fortemente compromesse da un evidente stato di abbandono e degrado. Storiche perché risalgono a un tempo davvero lontano. Basti pensare che Fonte Maggiore in origine rappresentava il più grande rifornimento idrico di Macerata: fu realizzata nel 1326 per mano dei fratelli Domenico e Marabeo. Leggermente “meno datata” è invece Fonte della Quercia, costruita nel 1557, all’epoca del governatorato di Monte Valenti. Entrambi questi importanti manufatti erano già state bonificati nel corso del 2022, sempre grazie all’intervento dei federcacciatori locali. La terza risorsa preziosa oggetto delle azioni di pulizia a causa di un fitto intrico di rovi e sterpaglie che la stava “soffocando”, è stata Fonte San Giuliano, famosa per essere stata dedicata al patrono della città, nonché protettore dei cacciatori. La leggenda narra che il Santo, dopo essersi fermato nel luogo dove ora sorge la fonte, si accorse che il suo cavallo aveva scavato con una zampa il terreno da cui cominciò a zampillare dell’acqua. I lavori di manutenzione sono stati lunghi e faticosi, ma alla fine Fonte San Giuliano è stata ripristinata. Un’altra dimostrazione di come lo spirito di collaborazione ed amicizia dei cacciatori maceratesi, unito all’amore per la propria città e alla vocazione per il sociale, costituiscano la chiave di volta e la molla vitale per svolgere attività lodevoli come queste. “Il direttivo Fidc di Macerata – come espresso dal presidente comunale Virginio Micozzi – ringrazia caldamente tutti i cacciatori associati e non associati che hanno partecipato mettendo a disposizione il loro tempo e le loro competenze”.
Alcune fasi dell’attività di manutenzione di una delle fonti storiche del maceratese: Fonte San Giuliano. Era interamente ricoperta da rovi e sterpaglie – Foto Fidc Macerata