Sto scrivendo queste note un attimo dopo aver consultato il responso del Campionato europeo di compak in cui le nostre atlete e i nostri atleti si sono brillantemente distinti, ma proprio un attimo prima avevo inviato il mio saluto destinato alla brochure che frattanto avrà già accolto (nel momento in cui mi state leggendo) i partecipanti al confronto continentale di tiro combinato. Peraltro, sempre al momento in cui sto scrivendo, già incalzano sul calendario le date in cui si disputeranno in sedi italiane la rassegna iridata di sporting e quella di fossa universale. Tutto questo ci parla di una grande euforia organizzativa e tecnico-agonistica che il nostro Paese interpreta stabilmente a favore delle discipline non olimpiche del tiro a volo. Anche nei confronti di quelle discipline: dovrei prontamente rettificare! Se non apparisse in realtà superflua la correzione poiché sono altrettanto evidenti l’impegno, le energie e le risorse profuse in questi anni dalla nostra Federazione per il comparto olimpico che, non a caso, ha prodotto prestigiosissime vittorie e sonanti medaglie.
Che il tiro a volo azzurro del comparto a cinque cerchi sia ormai tenuto in grandissima considerazione lo testimonia di nuovo in questo momento proprio la scelta che il nostro Comitato olimpico ha operato per i Giochi del Mediterraneo di Orano, quando ha designato Diana Bacosi quale portabandiera della rappresentativa tricolore dopo che Jessica Rossi, come noto, aveva svolto lo stesso ruolo alle Olimpiadi di Tokyo un anno fa. Come si intuisce da questa mia rapida rassegna di flash relativi alle ultime settimane, l’attività della nostra Federazione in senso appunto sia organizzativo che agonistico è diretta con pari intensità verso le discipline del comparto a cinque cerchi e verso quello non olimpico. Quelle sono del resto le due anime che da sempre contraddistinguono il nostro mondo e sono i due elementi che, con il loro sostanziale bilanciamento, hanno rappresentato la vera forza del tiro a volo italiano nei decenni. Siamo da sempre la pratica sportiva in cui anche l’appassionato senza specifiche ambizioni agonistiche, colui che svolge la sua attività per il semplice piacere del tiro, può ritrovarsi una volta in batteria con uno dei nostri più celebri e celebrati campioni.
Siamo anche la pratica sportiva senza età: quella in cui anche coloro che anagraficamente sono avanti negli anni hanno l’opportunità di ritagliarsi momenti di esaltante agonismo e possono ancora vestire la maglia azzurra in eventi internazionali. Ci sono infine circostanze in cui piccole realtà societarie sono state e sono in grado di tener testa e magari prevalere nei confronti intersocietari anche davanti a formazioni blasonatissime. Tutti questi fenomeni costituiscono dunque proprio quelle realtà vincenti del nostro sport a cui ho voluto far riferimento nel titolo di questo intervento. Le tante sfumature di colore del nostro mondo del tiro compongono infatti un arcobaleno straordinario che attinge alla tradizione ma che guarda al futuro con una piena, pienissima convinzione della propria modernità.
“Linea di tiro”, di Luciano Rossi, Caccia & Tiro 07/2022.
Il presidente federale Luciano Rossi: “L’attività della nostra Federazione in senso sia organizzativo che agonistico è diretta con pari intensità verso le discipline del comparto a cinque cerchi e verso quello non olimpico. Quelle sono del resto le due anime che da sempre contraddistinguono il nostro mondo e sono i due elementi che, con il loro sostanziale bilanciamento, hanno rappresentato la vera forza del tiro a volo italiano nei decenni”.