Scrivo queste note a poche ore dalla conclusione di una delle riunioni del Consiglio federale e nel corso del viaggio per raggiungere Osijek: la sede del Campionato del mondo di questo 2022. Quando mi leggerete, saremo tutti frattanto a conoscenza del responso del confronto iridato e in quel caso naturalmente potremo arricchire con nuovi elementi le considerazioni che sto per proporre. Sui social ho postato nelle settimane recenti un riferimento alla mia attività febbrile di questo scorcio della stagione e, con un riferimento simpaticamente scanzonato, ho precisato che adoperarsi in ogni modo in favore del tiro a volo, con tutte le energie possibili come sto facendo da sempre, non significa tuttavia essere supereroi. Proprio per questo, non sono ovviamente in grado di anticipare il responso di eventi, come il Campionato del mondo, che nel momento in cui scrivo devono ancora prendere il via e che soltanto alla loro conclusione potremo analizzare nel complesso. Ma intanto possiamo invece formulare qualche considerazione sui fatti recenti che hanno permesso all’Italia di aggiudicarsi le prime due carte olimpiche per Parigi 2024.
È avvenuto, com’è peraltro ormai ampiamente noto, al Campionato europeo di Cipro in cui Silvana Stanco nella fossa olimpica e Luigi Lodde nello skeet hanno donato al nostro Paese i primi due bonus per i prossimi Giochi. Il confronto europeo ha visto anche in grande evidenza le nostre squadre maschili e femminili e, sia nelle gare individuali che nei concorsi a squadre nonché nel doppio misto, anche le nostre giovanissime atlete e i nostri giovanissimi atleti. Tutto questo ci parla di un’Italia che continua ad avere spesso un ruolo di assoluta preminenza negli appuntamenti importanti del tiro a volo e che, anche quando non conquista le sedi del podio, contrassegna comunque ogni evento con una sua personalissima e riconoscibile presenza. È un concetto che ho voluto trasmettere anche al presidente del Cio Thomas Bach, che ho avuto l’onore di incontrare a Roma nel mese di settembre insieme a molte altre autorevoli personalità del mondo sportivo italiano e internazionale. Il tiravolismo del nostro Paese, per il prestigio delle vittorie conseguite, ma anche per la lunga militanza appunto a livello olimpico e per la presenza costante nelle manifestazioni principali di ogni stagione, è un vero e proprio baluardo della presenza del nostro sport nel programma dei Giochi.
Come Italia siamo da sempre i fautori di una “scuola” che ha conseguito risultati e traguardi importanti ad ogni latitudine e in ogni epoca e questa è una particolarità che consolida appunto il tiravolismo nel programma olimpico e soprattutto ne accentua l’attualità. Il tiro a volo è disciplina che ha attraversato un segmento considerevole della storia dell’olimpismo moderno, con momenti di significativa espansione, per la quale, pur senza presunzione, abbiamo anche qualche merito a livello di Federazione e di comunità tiravolistica nazionale, e con altri magari di riassetto che hanno tuttavia sempre confermato la vitalità della nostra pratica sportiva nell’attività a cinque cerchi. L’impegno quotidiano e costante di ogni ambito della nostra Federazione per ribadire il ruolo dell’Italia a livelllo internazionale e in sede olimpica è un contributo fondamentale anzitutto al nostro Comitato olimpico nazionale e appunto un rinnovato slancio di vitalità per il nostro sport proprio nel programma dei Giochi: sarà dunque su questa linea che dovrà estrinsecarsi l’attività di noi tutti nel presente e nel prossimo futuro.
“Linea di tiro”, di Luciano Rossi, Caccia & Tiro 10/2022.
Un gruppo di dirigenti all’incontro con i vertici del Comitato olimpico internazionale a Roma nel mese di settembre: tra gli altri, il presidente del Cio Thomas Bach, il presidente del Coni Giovanni Malagò e il presidente federale Luciano Rossi.