LA FALCONERIA, PATRIMONIO IMMATERIALE UNESCO

Risale al 2016 l’iscrizione della falconeria nella Lista del Patrimonio Immateriale Unesco come “elemento transazionale” di un ben determinato numero di Paesi: Qatar, Arabia Saudita, Repubblica araba di Siria, Emirati Arabi, Marocco, Repubblica di Corea, Pakistan, Mongolia, Kazakhistan, Italia, Spagna, Portogallo, Francia, Austria, Germania, Belgio, Ungheria, Repubblica Ceca. Paesi ai quali si sono aggiunti recentemente, proprio nel 2021, anche Slovacchia, Paesi Bassi, Irlanda, Polonia, Croazia e Kirghizistan. Questo “inserimento” di 6 nuove nazioni è stato salutato con viva soddisfazione sia da parte dell’European Federation for Hunting and Conservation (Face) che dell’International Council for Game and Wildlife Conservation (Cic). A riguardo, si è così pronunciato Gary Timbrell, Ceo : “C’è un vecchio proverbio che dice ‘Una società diventa grande quando i vecchi piantano alberi alla cui ombra non si siederanno mai’. Questo riconoscimento da parte dell’Unesco è dovuto a coloro che l’hanno preceduta, a coloro che hanno coltivato l’arte della falconeria. La falconeria è una famiglia ed è commovente che tanti Paesi si sentano parte di questa famiglia”. La falconeria intesa anche come metodo di caccia sostenibile e parte, appunto, di un patrimonio venatorio comune.


I 6 Paesi entrati a far parte nel dicembre 2021 della Lista Unesco legata alla falconeria sono: Slovacchia, Paesi Bassi, Irlanda, Polonia, Croazia e Kirghizistan – Foto Face


 

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