In questo numero apriamo con un tema di grande attualità e caro anche al mondo venatorio: il consumo del suolo. È passato qualche anno da quando Federcaccia e Arcicaccia aderirono alla Campagna People for Soil, una campagna realizzata da una rete di associazioni internazionali che si proponeva di sensibilizzare la popolazione su questo problema, promuovendo anche una raccolta firme. La campagna era del 2016 e si aspirava ad un riconoscimento, anche istituzionale, del suolo come bene da tutelare. Furono ben 82mila gli italiani che firmarono per chiedere di tutelare il suolo e di mantenerlo libero e sano. La campagna a livello europeo raccolse ben 212mila firme, un dato che testimoniò la necessità avvertita, da parte dei cittadini, di un cambio di passo a tutela di una risorsa preziosa e non rinnovabile. Come stanno oggi le cose? Proprio di questo parliamo nell’articolo di Michele Bottazzo (a pag. 12), che analizza quanto contenuto nel Rapporto Ispra-Snpa dal titolo “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici – Edizione 2022”. Il Rapporto analizza l’evoluzione del territorio e del consumo di suolo, su vari livelli, attraverso indicatori volti a valutare le caratteristiche e le tendenze del consumo, della crescita urbana e delle trasformazioni del paesaggio, fornendo anche valutazioni sull’impatto della crescita della copertura artificiale del suolo, con particolare attenzione a ciò che questo comporta, in termini di funzioni naturali perdute o minacciate.
Il primo, e preoccupante, dato è che il consumo di suolo nel 2021 non solo non è rallentato ma ha addirittura subito un’accelerazione, superando la soglia dei 2 metri quadrati al secondo e sfiorando i 70 chilometri quadrati di nuove coperture artificiali in un anno. Proiettando questo dato nel futuro appare chiaro che questo ritmo non è sostenibile. Assistiamo inoltre, in questo momento storico, all’acutizzarsi di fenomeni meteo estremi, aggravati dalla presenza di vaste aree di territorio impermeabilizzate e dalla speculare riduzione di terreno che possa drenare le acque. E proprio l’acqua presenta una stretta correlazione con il consumo del suolo, perché se da un lato l’aumento di superfici artificiali accresce il rischio di alluvioni, dall’altro l’artificializzazione di vaste aree riduce la possibilità che l’acqua penetri nel terreno, ricaricando le falde acquifere, e sappiamo quanto la carenza di acqua potabile rappresenterà una sfida nel nostro futuro. Il danno economico è stato quantificato nel Rapporto (8 miliardi di euro l’anno), il danno ambientale è invece difficile da valutare, ma è intuitivo cosa possa significare per fauna e ambiente un’ulteriore riduzione di suolo naturale, senza contare che, accanto alla sfida dell’acqua, nei prossimi decenni ci attende anche la lotta alla desertificazione, strettamente correlata alle funzioni del suolo. Da un punto di vista ambientale, inoltre, il consumo di suolo porta anche all’isolamento delle aree naturali, con la conseguente riduzione di quei corridoi faunistici così importanti per la salvaguardia di specie e biodiversità.
Non entriamo ulteriormente nei dettagli del Rapporto, spiegati esaustivamente nell’articolo, riflettiamo solo sul fatto che, anche se il consumo del suolo cresce soprattutto nelle aree urbanizzate, le conseguenze sul territorio nazionale, in termini di alluvioni, terremoti, carenza di risorse idriche, riguardano tutti gli ambienti e che anche la perdita di un solo altro metro di biodiversità, visto quanto ci siamo spinti oltre in questi anni, sarebbe eticamente insostenibile.
Preoccupa il fatto che non ci sia dibattito politico su questo tema, che non ci siano programmi di lungo termine per salvaguardare una risorsa non rinnovabile ed essenziale per la sopravvivenza di tutte le creature viventi, uomo compreso. L’Europa è concentrata sulle auto meno inquinanti, sull’efficientamento energetico delle case, su nuove fonti alimentari ed energetiche, temi Green in alcuni casi estremamente importanti, in altri quantomeno discutibili, per le tempistiche e per il potenziale impatto sulla vita delle persone. Siamo davvero sicuri che le priorità per l’ambiente e per la sicurezza dei cittadini non siano anche altre?
“Primo piano”, di Valeria Bellagamba, Caccia & Tiro 02/2023.
La copertina del Rapporto Ispra-Snpa dal titolo “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici – Edizione 2022”, che analizza l’evoluzione del territorio e del consumo di suolo.