ARTEFICI, NON SEMPLICI SPETTATORI

Non amo molto, e chi segue questo mio appuntamento mensile lo sa bene, usare termini in idiomi che non siano la nostra meravigliosa lingua italiana. Quindi, preferirò sempre usare ambientazione o luogo piuttosto che location, o preventivo piuttosto che budget. Ma questa mia personalissima preferenza ha un’eccezione e riguarda la parola inglese “governance”. Questo termine, in effetti, racchiude un concetto che in italiano richiederebbe un giro di parole ben più lungo e complesso. Infatti, con la parola “governance” si intende l’esercizio dell’autorità, della direzione e del controllo e, anche, l’insieme dei principi, delle regole e delle procedure che riguardano la gestione e il governo di una società, di un’istituzione o di una organizzazione. Come si vede, a volte conviene ricorrere ad una lingua essenziale come l’inglese per affrontare un tema così attuale e complesso (e purtroppo anche travagliato) come la Riforma dello sport che sembra ormai giunta ai titoli di coda e, quindi, alla sua attuazione pratica. Quello della Riforma non è certo stato un iter né semplice, né breve e oggi che siamo in vista del traguardo, non possiamo certo dire che tutto sia andato come speravamo, visto che le Federazioni sono le più dirette interessate e si trovano ad affrontare tematiche e problematiche non proprio facili per tutta una serie di motivi che vanno dalle norme di natura fiscale a quelle in materia di disciplina del lavoro. Ma non basta, perché tutti noi dovremo – e in certi casi ce lo auguriamo – confrontarci con altri rinnovamenti e spesso anche con cambiamenti profondi. Penso a una ormai indispensabile riforma dello statuto e del regolamento organico, ma anche a probabili modifiche alle norme elettorali. Queste ultime, in particolare, credo che rivestano un carattere di severa urgenza, in quanto il 2024 prevede la celebrazione dell’Assemblea elettiva e quindi sarà necessario definire in tempi estremamente brevi l’eleggibilità a livello sia centrale che periferico dopo il terzo mandato. A questi delicati e fondamentali aspetti di carattere statutario e normativo che dovrà affrontare la nuova “governance” dello sport, se ne aggiungono però altri che meritano una particolare attenzione e ai quali deve essere assegnata una doverosa priorità. In questo caso, mi riferisco alla controversa questione del 20% sul montepremi, alla indispensabile chiarezza sul riconoscimento delle discipline sportive, all’adozione di opportuni algoritmi per una assegnazione dei contributi che sia più adeguata alla nuova realtà rappresentativa delle Federazioni, degli Enti di promozione, ecc. Come si vede, le questioni che ribollono nel calderone che la nuova “governance” dello sport è chiamata a cucinare sono davvero numerose, diversificate e tutte estremamente complesse oltre che urgenti. In attesa di provvedimenti, soluzioni e chiarimenti, la Fidasc, come sempre, sta facendo la sua parte con un atteggiamento improntato a una visione realistica e pratica, finalizzato a ottenere, spesso in modo totalmente libero da preconcetti, i risultati concreti ed entusiasmanti che sono sotto gli occhi di tutti. Per esempio, oltre alla realizzazione di un “universo sportivo cinofilo”, la Federazione non se ne resta con le mani in mano ma sta reagendo con la promozione di un progetto di Formazione di alto livello per Ufficiali di gara, Tecnici e Dirigenti in collaborazione con la Scuola dello Sport, Coni, Sport e Salute, Dipartimento e i Ministeri di più diretta competenza. Vogliamo, insomma, rimboccarci le maniche per contribuire alla creazione di un “nuovo” sport nazionale.


“A caccia di sport”, di Felice Buglione, Caccia & Tiro 03/2024.


Il 2024 prevede la celebrazione dell’Assemblea elettiva e quindi sarà necessario definire in tempi estremamente brevi l’eleggibilità a livello sia centrale che periferico dopo il terzo mandato.


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